A Sassuolo, in provincia di Modena, ieri, 17 novembre, Nabil Dhahri, 38enne di origine tunisina, ha ucciso l'intera famiglia e poi si è tolto la vita. Dhahri ha accoltellato la moglie, Elisa Mulas, di 43 anni, i loro due figli Ismaele e Sami, di due e cinque anni, e la suocera Simonetta Fontana, di 64 anni.

La strage si è consumata nell'appartamento in via Manin di proprietà della suocera dove Elisa, di origine sarda, si era trasferita a vivere con i figli dopo la separazione.

Unici scampati alla carneficina la figlia di 11 anni che Elisa aveva avuto da una precedente relazione e il bisnonno dei bambini, padre ultranovantenne della suocera uccisa che era a letto perché malato.

Sassuolo, la scoperta dei corpi

A fare la terribile scoperta dei corpi senza vita è stato Enrico Mulas, fratello di Elisa. Enrico ha riferito di essere stato chiamato dalla scuola perché nessuno era andato a prendere la primogenita di Elisa e nessuno rispondeva al telefono. Quando Enrico è arrivato in via Manin sotto la casa dove abitavano madre, sorella e nipoti in un quartiere residenziale a poca distanza dal centro storico di Sassuolo, ha trovato la polizia.

Aveva le chiavi dell'abitazione e con gli agenti è salito: dopo aver aperto la porta di casa, ha visto un primo corpo a terra, ma i presenti hanno dovuto contare cinque corpi senza vita, compresi quelli dei nipotini. Poi, l'arrivo dei sanitari del 118 e degli uomini della Squadra Mobile in supporto agli agenti di Sassuolo, che hanno potuto solo chiedere l’intervento anche della Scientifica. Sul posto anche i carabinieri e la polizia municipale che ha transennato l'intera strada per consentire lo svolgimento delle indagini. Ma la voce dell'accaduto era già rimbalzata in fretta e in tanti sono accorsi sconvolti a portare un fiore o a lasciare un biglietto.

Dalle prime ricostruzioni degli inquirenti che, a dispetto dell'esperienza, non ricordavano una scena del crimine di tale efferatezza, l'uomo, dopo essersi introdotto nell'abitazione della suocera, ieri tra le 15 e le 16, si è avventato con un coltello sui familiari per poi uccidersi.

Sassuolo, in un audio di Nabil il movente: 'Ti uccido'

Da circa un mese, Elisa Mulas che per vivere faceva le pulizie, si era trasferita con i tre figli a casa di sua madre dopo il naufragio della burrascosa relazione con Nabil. Come testimoniato da vicini di casa e da chi la conosceva, Elisa consentiva a Nabil di frequentare la casa di via Manin e anche di restare a pranzo per non privare i figli della figura paterna. Ma l'autore della strage, commesso alla Lidl di Sassuolo e ben integrato in città, non accettava la fine della relazione e aveva minacciato la moglie di morte. Un'amica di Elisa ha riferito che, dopo averla incontrata due settimane fa, le aveva detto di essere finalmente riuscita a lasciarlo, ma le aveva fatto ascoltare un audio che lei stessa aveva registrato nel quale Nabil diceva 'Ti uccido'.

Due uomini, due incontri sbagliati.

Il precedente compagno, un marocchino di 40 anni, dal quale Elisa aveva avuto la prima figlia, era finito a processo per stalking. L'aveva maltrattata quando era incinta e dopo che lei aveva deciso di lasciarlo, aveva iniziato a perseguitarla. Anche quest'uomo l'avrebbe minacciata di morte: "Ti ucciderò, ti pianto un coltello nella pancia", le avrebbe detto. All'uomo era stata tolta la patria potestà sulla figlia, ieri scampata alla strage. "Elisa è stata una ragazza sfortunata, ha incontrato le persone sbagliate. Lei, la mamma e i bimbi ci lasciano un grande vuoto", ha detto il fratello Enrico. La Procura dei minorenni di Bologna ha deciso di collocare la bambina sopravvissuta sotto protezione.

Sassuolo e Vetralla, stragi di padri assassini

Due stragi commesse nel giro di due giorni alla vigilia del 25 novembre, la giornata contro la violenza sulle donne. A Cura di Vetralla, in provincia di Viterbo, Mirko Tomkow, manovale polacco di 44 anni ha ucciso il figlio di 10 anni con una coltellata alla gola. Da un mese, il gip di Viterbo aveva disposto per l'uomo il divieto di avvicinarsi alla moglie albanese di 34 anni e al figlio dopo la denuncia per maltrattamenti presentata dalla donna. Tomkow si era allontanato da una struttura a Roma dove era ricoverato per Covid, con l'intento di 'punire' la moglie uccidendo il figlio.

Sassuolo proclamerà una giornata di lutto cittadino quando ci saranno i funerali delle vittime.

ll Fondo di Solidarietà Città di Sassuolo, che esiste da oltre 10 anni, si è attivato per raccogliere donazioni da devolvere interamente alla piccola superstite. A Sassuolo e Vetralla, immagini intercambiabili: fiori davanti alle case delle stragi, file di persone che vengono a dare un ultimo saluto alle vittime.