Un blitz della Polizia [VIDEO] e dei Carabinieri del Ros nei territori di Brindisi e Taranto ha portato alla luce una rete di traffico di droga, spaccio e detenzione illegale di armi. Nelle prime ore di questo martedì 4 ottobre - su richiesta del pubblico ministero Stefano De Nozza della Direzione distrettuale antimafia - è stata infatti emessa dal gip del Tribunale di Lecce un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 15 persone. Sotto indagine ci sono anche due agenti di polizia penitenziaria e un ex maresciallo dei carabinieri in pensione.

In Puglia l'indagine 'Taros' continua

I carabinieri dei comandi di Taranto, Brindisi e Bari, insieme alle forze cinofile e allo Squadrone eliportato cacciatori Puglia hanno unito le proprie forze per portare a compimento un'indagine già avviata nel 2021 e denominata 'Taros', che portò già a 16 arresti per vari reati collegati allo spaccio di droga. All'epoca, il rito abbreviato condannò 22 soggetti per associazione mafiosa, estorsione, detenzione illegale di munizioni, armi, scambio elettorale, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

L'attività investigativa, in questo periodo di tempo, si è avvalsa della preziosa collaborazione di ex uomo che in passato era legato a una cosca 'ndrangheta attiva in Lombardia, successivamente diventato collaboratore di giustizia e informatore della forze dell'ordine.

Le indagini hanno portato alla luce il fatto che il clan Lucchese è tuttora guidato da un boss di 48 anni nativo di San Giorgio Jonico, il quale esercita un controllo serrato nel mercato dello spaccio di droga, in tutto il territorio di Taranto e nelle zone limitrofe: anch'egli figura fra gli arrestati delle scorse ore. È stata formulata l'ipotesi che lo stesso clan si rifornisse di sostanze stupefacenti attraverso una fitta rete di fornitori sparsi nelle province di Lecce e Brindisi.

Le investigazioni dei carabinieri dei nuclei provinciali di Taranto, Brindisi e Bari intanto proseguono. I carabinieri hanno sottolineato in una nota ufficiale: ""Elementi indicativi della forza infiltrativa del sodalizio e delle capacità di condizionamento esercitata dal gruppo Lucchese sul territorio emergerebbero dalla rete di relazioni che l'organizzazione era riuscita a costruirsi che coinvolgeva anche appartenenti alle istituzioni, i quali, in vario modo, avrebbero favorito i sodali".