Una forte scossa di terremoto si è verificata nella regione del Molise nella tarda serata di ieri, 28 marzo, e l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha registrato una magnitudo del 4.6. L'epicentro è stato localizzato a pochi km da Campobasso, un'area sismica che in passato ha subito eventi tellurici di alta intensità. A questo proposito si sono espressi anche il geologo Eugenio Auciello e il direttore del dipartimento terremoti dell'Ingv, Claudio Chiarabba.

Scossa di terremoto in Molise: parla il geologo Eugenio Auciello

Una scossa di Terremoto di magnitudo 4.6 è stata registrato alle 23.52 di martedì 28 marzo in Molise, con epicentro a 2 km da Montagano e a 10 km da Campobasso. Secondo le ricerche effettuate dai Vigili del Fuoco e dalla protezione Civile non si registrano feriti o gravi danni, ma per precauzione le scuole del capoluogo e di alcuni comuni limitrofi sono rimaste chiuse. La scossa è stata avvertita anche in una vasta area dell'Italia meridionale, in Puglia, Lazio, Campania e Abruzzo e la situazione è in costante monitoraggio, anche se non è stato ancora attivato un piano di emergenza.

Il geologo Eugenio Auciello ha spiegato che a generare il sisma sarebbe stata una rottura sulla faglia di 5 km quadrati: "Con ogni probabilità si è riattivata la struttura dei terremoti di San Giuliano di Puglia del 2002". Secondo il geologo dell'Università del Molise, la situazione sarebbe delicata e non si escluderebbero altre scosse di magnitudo maggiore, anche se ha precisato che il suo scopo è solo quello di fornire informazioni e non creare allarmismi. Auciello ha affermato che la scossa registrata il 28 marzo si localizza oltre 10 km più a ovest dello sciame sismico registrato nei giorni scorsi e questo potrebbe indicare che l'area attiva potrebbe essere più ampia di quello che si è pensato in un primo momento.

L'evento sismico di martedì non sarebbe relazionabile a quello di San Giuliano per Claudio Chiarabba

A proposito del terremoto in Molise di martedì 28 marzo, il direttore del dipartimento terremoti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Claudio Chiarabba ha parlato in un'intervista per Repubblica. Il professore ha spiegato che l'evento sismico è registrato tra la parte più sismica della catena appenninica e la zona adriatica, una zona in cui si sono registrati eventi anche più intensi come il terremoto di San Giuliano nel 2002. Secondo Chiarabba, l'evento di martedì non sarebbe correlabile a quello del 2002, perché ci sono diversi km di distanza, oltre al tempo significativo intercorso.

Secondo il direttore dell'Ingv, non ci sarebbero particolari indizi che farebbero pensare ad un'eventuale ripresa più forte, anche se non si può trascurare il fatto che le faglie interagiscono tra loro e che quindi potrebbe esistere la possibilità di un evento di maggiore intensità.

Scosse di assestamento ancora in corso in Molise, nessun allarmismo

Proseguono intanto in Molise le scosse di magnitudo minore, dai 2 ai 2.4 gradi che indicano un normale decadimento esponenziale dell'attività, ma sarebbe ancora troppo presto per capire come si evolverà la situazione che per il momento resta sotto controllo. A proposito dell'energia liberata dalla scossa di martedì, Claudio Chiarabba ha affermato che non si può escludere che possa riattivare delle faglie vicine e in questi casi è sempre molto difficile azzardare delle previsioni.