Il 17enne accusato di aver ucciso Michelle Maria Causo mercoledì 28 giugno, è stato interrogato sabato 1°luglio.

Il ragazzo, precedentemente ascoltato dalle autorità, è stato sottoposto ad un interrogatorio dal giudice presso il tribunale minorile di Roma, durante il quale ha confessato di aver ucciso la giovane Causo per un debito di 20 o 30 euro.

L'autopsia sul corpo di Michelle ha rivelato ferite da arma da taglio al collo, all'addome e alla schiena, confermando che è stata colpita da almeno sei coltellate.

Il movente dell'omicidio: un piccolo debito

L'interrogatorio avvenuto il 1° luglio ha confermato il movente dell'omicidio: una discussione, a causa di un piccolo debito, di meno di trenta euro, è sfociata in un massacro. Dai primi riscontri, sembra che Michelle abbia lottato fino alla fine, per evitare di essere colpita dalle coltellate inflitte dal suo amico, almeno sei ferite in diverse parti del corpo.

Dopo averla uccisa, il ragazzo ha nascosto il corpo in una busta della spazzatura e l'ha abbandonato in strada.

Le indagini

Dalle prime indagini, gli investigatori ritengono che il diciassettenne abbia agito da solo, probabilmente sotto l'effetto di droghe. Il giovane è stato, sin dall'inizio dell'indagine, l'unico accusato per l'omicidio di Michelle Causo e proprio durante l'interrogatorio con il giudice del tribunale minorile di Roma ha confessato di aver ucciso la ragazza.

Nel frattempo, è stata disposta l'esecuzione degli esami tossicologici sul corpo della giovane per determinare se stavano consumando droghe insieme.

Nell'ultimo mese i due giovani erano diventati amici: Michelle, soprannominata "Misci" dalle sue amiche, talvolta andava a casa del ragazzo. Gli investigatori, però, smentiscono che i due avessero una relazione, nonostante la ragazza l'avesse presentato anche alla sua famiglia.

Lo scorso martedì, il giovane aveva rassicurato la madre di Michelle dicendole: "Non si preoccupi, voglio bene a sua figlia". Soltanto poche ore dopo è avvenuto il delitto.

I dettagli della vicenda

Michelle era uscita mercoledì mattina intorno alle ore 11 insieme a sua zia Viviana. La ragazza sarebbe dovuta tornare a casa verso l'ora di pranzo, ma così non è stato.

Intorno alle ore 15 i vicini si sono allarmati, quando hanno notato il ragazzo, mentre trascinava giù per le scale una misteriosa busta che perdeva sangue. Quando gli è stato chiesto cosa ci fosse nel sacco, il ragazzo visibilmente agitato ha risposto in modo nervoso: "Ho del pesce". Per un attimo, il giovane si è fermato di fronte al portone, bloccando il passaggio. Poi, dopo aver posato il "carico" su una sorta di carrello, lo ha spinto verso i cassonetti nelle vicinanze.

Quando gli agenti scientifici del commissariato Primavalle sono entrati nell'appartamento dove il diciassettenne vive con sua madre, si sono trovati di fronte a un disordine assai evidente, con segni di lotta e il coltello utilizzato per commettere l'omicidio ben visibile.

L'immobile è stato sottoposto a sequestro, anche per cercare eventuali sostanze stupefacenti: dagli ultimi aggiornamenti sul caso, infatti, sembrerebbe che nell'appartamento sia stata trovata della droga. Al momento, gli investigatori starebbero esaminando alcuni cellulari, ritrovati all'interno della stessa abitazione, tra cui quello della vittima.