Shabbar Abbas, 47 anni, accusato dell'omicidio, in concorso con altri familiari, della figlia Saman è detenuto nel carcere di Modena. Tramite i suoi legali si è proclamato innocente. Il figlio minore e il fratello Danish lo hanno accusato apertamente. Tuttavia, l'uomo, asserendo di non conoscere l'assassino della 18enne ha smentito di fatto la ricostruzione del ragazzo e dello zio Danish, negando le minacce alla vittima, ha raccontato la sua versione.
"Non ero contrario alle nozze", ha anche dichiarato in riferimento al desiderio della giovane si sposare Ayub Saqib, conosciuto in Italia.
L'uomo, estradato a inizio settembre, pur non fornendo moventi alternativi, non considererebbe possibile l'ipotesi "delitto d'onore", avanzata invece dagli inquirenti..
Saman, ritrovata senza vita nel novembre 2022, scomparve dalle campagne di Novellara (Reggio Emilia), dove viveva, la notte tra il 30 aprile e il primo maggio 2021. Secondo gli inquirenti che si stanno occupando del caso di cronaca nera, la ragazza, sarebbe stata uccisa dopo aver rifiutato un matrimonio combinato con un cugino mai conosciuto.
Il papà di Saman si dice innocente
Subito dopo la scomparsa di Saman Abbas, Shabbar e la moglie Nazia, lasciarono l'Italia e rientrarono in Pakistan senza dire nulla a nessuno. Qui, furono raggiunti di un mandato di cattura internazionale. Lo scorso novembre, Shabbar è stato arrestato e, all'inizio del mese di settembre, è stato estradato in Italia. Ora, si trova in carcere e qui è stato informato delle testimonianze rese dal figlio e dal fratello Danish Hasnain (anch'egli detenuto). I due, come è noto, lo hanno designaato come "mandante" dell'omicidio.
Il fratello minore di Saman è parte civile al processo e la sua ricostruzione è considerata un punto cardine. "Non è vero che Danish, la notte del 30 aprile 2021, venne a dormire a casa nostra", ha dichiarato Shabbar ai suoi legali, gli avvocati Enrico Della Capanna e Simone Servillo.
Dichiarandosi innocente ha, inoltre negato il movente del "delitto d'onore" ipotizzato dalla Procura. L'uomo ha spiegato: "Non ero contrario al fatto che Saman sposasse un altro ragazzo. Nel nostro Paese, l'uccisione delle donne per motivi legati all'onore rappresenta un vecchio retaggio, ma ora non esiste più e, comunque, nella nostra famiglia non è mai accaduto".
Shabbar ha poi proseguito: "A mia figlia non ho mai imposto restrizioni, le ho semplicemente dato consigli. Saman non stava più bene in famiglia solamente perché desiderava una vita più libera e non perché le avessimo imposto un matrimonio".
Il processo per l'omicidio di Saman
Il padre di Saman, venerdì 8 settembre, parteciperà "dal vivo" all'udienza presso la corte d'Assise di Reggio Emilia.
L'uomo, ricordiamo, è imputato per l'omicidio della figlia 18enne insieme allo zio della ragazza, Danish Hasnain, ed ai suoi cugini Nomanulhaq Nomanulhaq e Ikram Ijaz. Anche la madre della ragazza, Nazia, è indagata, ma al momento risulta latitante.
Stando a quanto riferito dai legali difensori di Abbas, l'uomo, molto provato, nel corso di quest'udienza, non dovrebbe rilasciare dichiarazioni. Venerdì, è fissato inoltre l'interrogatorio del fratello minore di Saman, Tuttavia, stando a quanto riportato da alcune testate locali, la presenza del ragazzo sarebbe in forse. Non si esclude, dunque, che la sua testimonianza possa slittare, anche su richiesta degli avvocati difensori di Shabbar.