Il giornalista ed ex inviato dalle zone di guerra della Rai Franco Di Mare, 68 anni, è morto nelle scorse ore a Roma: a darne notizia sono stati i familiari in una nota. “Abbracciato dall’amore della moglie, della figlia, delle sorelle e del fratello e dall’affetto degli amici più cari oggi si è spento il giornalista Franco Di Mare”, recita il testo del breve comunicato. Solo pochi giorni fa l’ex volto della Rai si era sposato, dopo otto anni di fidanzamento con Giulia Berdini, conosciuta nella sede di Saxa Rubra della televisione pubblica, dove la donna era responsabile del catering per una società di ristorazione.

Da tempo Di Mare era malato di mesotelioma, un raro e grave tumore ai polmoni che colpisce le persone esposte alle particelle di amianto.

L’ultima intervista televisiva di Franco Di Mare a Fabio Fazio

Lo scorso 28 aprile Di Mare è apparso nella trasmissione del Nove Che tempo che fa per presentare il suo ultimo libro “Le parole per dirlo, la guerra fuori e dentro di noi” in cui ha parlato della sua malattia. “Mi rimane poco da vivere, ma non è finita”, ha detto l’ex inviato di guerra collegato da casa con un respiratore che gli ha permesso di portare a termine l’intervista. Di Mare ha spiegato a Fabio Fazio di avere un mesotelioma, un tumore “molto cattivo” che si prende quando si respira l’amianto attraverso le sue minuscole particelle disperse nell’aria, che rimangono inerti nel corpo per anni e anni, per poi sprigionare la malattia, quando ormai è troppo tardi per curarsi.

Secondo il giornalista il suo male era probabilmente legato agli anni in cui ha fatto l’inviato di guerra nei Balcani, dove i proiettili all’uranio impoverito, veloci e distruttivi, erano in grado di buttare giù un intero edificio, liberando nel crollo infinite particelle di amianto.

La polemica con i vertici Rai per il silenzio dopo la malattia

Nel corso dell’intervista con Fazio e in quella rilasciata a Giovanna Cavalli per il Corriere della Sera Di Mare ha polemizzato con i precedenti vertici Rai che per mesi avrebbero ignorato le sue richieste di ottenere lo stato di servizio con l’elenco delle missioni affrontate dal giornalista, per avere un supporto alla sua diagnosi.

Solo negli ultimi giorni, gli attuali dirigenti della televisione pubblica avrebbero rimediato alla grave mancanza dei loro predecessori.

Il successo in televisione come inviato e conduttore

Dopo esserci laureato in Scienze Politiche a Napoli, sua città natale, Di Mare ha iniziato a collaborare con diverse testate come L’Unità, scrivendo prevalentemente di cronaca giudiziaria e di Politica Estera. Nel 1991 è entrato in Rai presso la redazione esteri del Tg2. Dal 1995 è inviato speciale per la Guerra dei Balcani. Nel 2002 come inviato del Tg1 ha iniziato a seguire i principali conflitti della nostra epoca. A partire dal 2003 ha affiancato a quella di inviato la carriera di conduttore televisivo di programmi popolari come Unomattina, in cui si è occupato degli approfondimenti giornalistici a più riprese, fino al 2011.

Successivamente ha iniziato la carriera di dirigente della tv pubblica, come vicedirettore di Rai 1 dal 2019, curando approfondimenti e inchieste. Nel 2020 è diventato direttore dei programmi del day time della Rai, assumendo a maggio dello stesso anno anche la direzione di Rai 3, dove ha condotto il 19 giugno 2020 uno speciale per i 40 anni della strage del volo Itavia 870 a Ustica. L’ultimo impegno televisivo è stato con la trasmissione Frontiere, fino a maggio 2023. A quella televisiva ha affiancato una carriera di scrittore con opere celebrate come “Il cecchino e la bambina”, “Non chiedere perché”, romanzo autobiografico sull’adozione della figlia finalista al premio Bancarella, “Il paradiso dei diavoli” e “Il caffè dei miracoli”.