Al termine della famosa chermesse canora italiana, si tirano le somme che risultano essere più che positive.

La partenza non è stata delle migliori. Si è rischiato di mettere in pericolo l'intero spettacolo con l'intervento contestato di Maurizio Crozza che da casa è risultato più grave di quanto effettivamente accaduto in sala. In effetti, il teatro Ariston non era in subbuglio contro Crozza, ma contro quei 3-4 contestatori che, indignati, hanno manifestato il proprio disapputno per un intervento politico all'interno di una manifestazione che, a detta loro, avrebbe dovuto mantenere una sola linea, quella musicale.

Ma, si sa, Sanremo è un palco a dir poco nazionale e non è mai stato possibile poter scrivere la scaletta unicamente all'interno del solo percorso canoro. Lo spettacolo ha sempre previsto ospiti al di fuori del tema, per lanciare anche e soprattutto messaggi sociali (la Litizzetto contro la violenza femminile) o educativi (come Baggio, per incoraggiare i giovani a trovare la loro forza nel pieno rispetto dei valori umani).

Ogni edizione ha voluto portare una novità che troppo spesso è però caduta nel banale. Con Fazio, la vera novità è stata la scrematura della vecchia guardia canora, che spesso resuscitava proprio in questa occasione per poi sparire nuovamente nell'anonimato musicale. Ed il valore aggiunto è stata la semplicità con cui ha scritto il copione e con cui ha fatto salire sul palco i suoi concorrenti che si sono dimostrati semplicemente eleganti in ogni senso, nonostante un'età media di molto abbassata.

Non sono mancate le ricorrenti gaffe che la diretta non può cancellare, e simpaticamente Fazio ne ha fatte alcune, delle quali vanno allegramente sottolineate due, entrambe "ai danni" dell'ospite Andrea Bocelli che ha presentato suo figlio, facendosi accompagnare da lui al piano nella sua performance.

La prima è stata quando gli ha offerto il microfono a testa bassa, mentre continuava a leggere la sua cartellina, aspettando che Bocelli lo prendesse.

Accorgendosi che lo stesso non procedeva al "cambio di testimone", gli diceva "Prendi il microfono", non indicandogli dove esso si trovasse.

La seconda, quando lo ha salutato con un "Andrea, ci vediamo!", con la simpatica consuetudine tra persone che non hanno problemi di vista.

Fazio, comunque, resta il vero vincitore di questa 63^ edizione ed il vero innovatore con i fatti, contro tutti quelli che si annunciano tali negli ultimi giorni prossimi alle elezioni, per il momento a parole.