Iniziamo questa rubrica analizzando quanto di più effimero si possa ignorare nel mondo del consumismo, ma che invece incide notevolmente sull'equilibrio vitale, o meglio, disequilibrio vitale, proprio a scapito infatti di quelle popolazioni che non possono permettersi un tenore di vita sostenibile. Spesso si crede che bilanciare le risorse vitali a favore delle popolazioni del terzo mondo sia un'impresa ardua. Certo è che il limite raggiunto implica sforzi economici non indifferenti, se si pensa ad esempio che con il reddito medio americano si potrebbe dare sostentamento a circa 2 villaggi africani composti ciascuno da 50 persone.

Partire da un nuovo stile di vita si può. Nessuno può salvare il mondo da solo. Ma prendendo esempio dalla natura che segue un istinto primordiale, testato e rimasto illeso ed efficace nel corso di qualsiasi evoluzione, basti osservare il lavoro delle formiche che singolarmente non basterebbe a sostentare l'intero formicaio, ma nell'insieme, unendo i singoli sforzi, porta avanti un processo incredibilmente grande di cooperazione e collaborazione al risultato finale che è quello dell'intera vita sociale.

Tutti al lavoro per quello che ognuno può fare, collaborando alla costruzione dell'intero puzzle che è la vita, condividendo senza alcuna gelosia o egoismo le verità scoperte nel corso del proprio cammino, operando per il bene dell'altro nel suo pieno rispetto, con effetto boomerang.

Iniziamo ad esaminare, così, le nostre abitudini ed a correggerle per il bene di tutti, perché non solo le cose buone incidono a granelli, seppur apparentemente invisibili, ma sono soprattutto le cose sbagliate che si sommano e disperdono energie assurde.

Partiremo dagli sprechi quotidiani, quelli meno evidenti e capiremo quanto un piccolo gesto sbagliato, ma corretto, possa essere determinante per una rinascita sociale ed economica globale.

Il primo elemento che analizzaiamo è lo ZUCCHERO.

E' semplicemente verificabile personalmente quanto si sta per riportare e questo lo si potrebbe riscontrare su tanti altri prodotti di uso quotidiano.

Partiamo quindi da un discorso deduttivo.

In Italia esistono in attività sino ad oggi circa:

  • 81.000 bar e locali in cui si consumano bevande che hanno bisogno di apporto dolcificante.

Per un calcolo più attendibile, consideriamo solo ed unicamente il caffè come bevanda.

In ognuno di questi locali, giornalmente si preparano mediamente

  • 150 caffè al giorno

e si considera che mediamente si usa 1 bustina di zucchero o 1 cucchiaino e mezzo a tazza che contengono entrambi 5 grammi di prodotto. Si è calcolato che circa 1/10 di zucchero viene "buttato", tra cadute accidentali nel versarlo per cui lo spreco è di

  • 0,5 grammi di zucchero per caffè al giorno

Facendo un semplice calcolo, avremo la quantità giornaliera di spreco di zucchero al giorno per tutti i bar in Italia e cioè:

  • 0,5 grammi di zucchero sprecato * 150 caffè al giorno in un bar * 81.000 bar in Italia = 6.075.000 grammi di zucchero sprecati

    pari a
  • 6.075 tonnellate di zucchero sprecate al giorno in Italia.

Se consideriamo che il consumo procapite annuo per un essere umano è mediamente di 24 Kg di zucchero, dividendo lo spreco quotidiano in Italia, ci accorgiamo che

  • 24 Kg per uomo all'anno / 365 giorni = 0,066 chili di zucchero per uomo al giorno

pari a

  • 65 grammi di zucchero al giorno per uomo

come a dire che con lo spreco così calcolato, si potrebbe dare sostentamento a

  • 65 grammi di zucchero al giorno per uomo / 0,5 grammi di spreco = 13 uomini

Ricapitolando, basterebbe fare attenzione a non far cadere granelli di zucchero o a non lasciarlo nella bustina, che inevitabilmente verrebbe poi buttata, per poter evitare di lasciare ben 13 persone senza zucchero. E questi dati si riferiscono solo ai bar, senza calcolare altri ambienti quali quelli familiari che aumenterebbero di molto gli sprechi.