Era il 1989 e il Muro veniva giù sotto le aggressioni, la rabbia e i sorrisi di speranza di improvvisati picconatori. Le speranze, così pare, ad occhio e croce, non sono state esaudite. Alla libertà di andare dove il cuore porta e dove le scarpe conducono, non è seguita per tutti la possibilità di fare un lavoro decente e una vita decente. La polizia sovietica non spiava più, anche perché c'era ben poco da scoprire tra la gente disoccupata e allo sbando psicologico.
Su quelle mura passate su tutti i canali tv possibili pareva di sentire la voce di "Trough the Barricades". E forse qualcuno, insieme allo sguardo spinto verso il futuro, aveva portato con se veramente un transistor che trasmetteva gli Spandau Ballet con la loro miglior canzone, per l'appunto "Trough the Barricades". Il brano prende lo spunto da un evento tragico. Più precisamente, nell'Irlanda del nord, due ragazzi di religione diversa tentano di fregarsene della divisione ideologica e religiosa e cercano di guardare nella stessa direzione comunque. La coppia non avrà purtroppo un futuro coi fiori d'arancio.
Gli unici fiori presenti saranno posati, nel loro biancore, sulle loro tombe. Una chitarra evocativa funge da supporto all'intero brano scritto dal chitarrista (Gary Kemp) che, da poco, aveva iniziato lo studio del fingerstyle sulla chitarra acustica. Il 1989 non è solo la caduta del Muro, ma anche la caduta degli Spandau Ballett.
Con le dovute distanze che lo spessore storico impone, anche l'annientamento di una band (non è dimenticabile l'ennesima divisione dei fans tra quelli Duran Duran/fever e quelli Spandau Ballett/comestomalesenzaloro!) è un evento che segna (chiedetelo alle ex teen di allora che, ora madri e padri di fan di artisti(?) made in De Filippi), hanno assistito ai concerti di Tony Hadley, il quale, nella migliore delle tradizioni delle band sciolte, ha continuato anche imbolsito a fare concerti.
Il gruppo si mette insieme nel 1976. Gary Kemp si dedica al canto e alla compositore. Steve Norman, più interessato ai suoni , si alterna alla chitarra, al sassofono e alle percussioni). Gary e Steve sono sostanzialmente coloro che danno il la a tutta la storia degli Spandau. Frequentavano la Dame Alice Owen's School, ad Islington, quando decisero di formare una band per inseguire il successo. Poi fu la volta di John Keeble. John e Steve si incontrarono quando entrambi scoprirono la batteria elettronica nell'aula di musica scolastica, vedendosi regolarmente durante la pausa pranzo per fare pratica. Quindi arrivò il bassista Michael Ellison. L'ultimo ad aggiungersi fu il cantante Tony Hadley.
L'album con il quale chiudono i battenti è «Heart Like a Sky». Questo 25 anni fa. Ora, nell'anno di grazia 2014, gli Spandau Ballet sono tornati in studio per un nuovo album di inediti, come riporta l'"Independent". La notizia è passata attraverso Twitter, annunciando che al nuovo lavoro parteciperà il produttore Trevor Horn. Gli Spandau, per quanto portatori di (ex) ragazzine urlanti, rappresentano anch'essi la possibilità di attirare l'attenzione sulle cose che contano oltre l'intrattenimento di marca esclusivamente ludica. Come in Italia Venditti, De Andrè, o Guccini, Mimmo Parisi (del quale ricordiamo la canzone a tema "A Berlino") e Gaber, anche gli internazionali cantori di "Trough the Barricades" hanno saputo dare le coordinate giuste.