Ci sono anniversari per date in cui ogni cosa è fatidica. E quelli che risuonano di un tocco di campana in più, nel bene e nel male, sono sempre legati a miti ed eventi accarezzati dal tempo, anche se tra alcuni di loro non esistono legami forti. A parte ovviamente il link etereo e commovente dell’emozione delle umane genti. Capita così che, per qualche insondabile combinazione del destino, vengano ad incrociarsi corsi e ricorsi agli antipodi, mai stretti tra loro se non da legami di calendario.

E il risultato di questo crossover, a volte, può regalare dei risultati inaspettati: leggere per credere.     

A John, sempre con noi

Il 9 ottobre, compleanno di John Lennon, l’omaggio sincero al baronetto che avrebbe compiuto 75 anni si è protratto in realtà nell’arco di tre giorni, tra New York e Reykjavik, grazie all’impegno mai domo di Yoko Ono: il giorno 6, duemila persone hanno unito le loro quattromila mani a Central Park, New York, per creare quell’enorme segno della pace già protagonista in ‘Give Peace a Chance’. Un vero e proprio abbraccio cui ha fatto seguito l’accensione, sempre da parte di Yoko, della torre di luce Imagine Peace a Reykjavik.

Un ennesimo gesto d’amore nei confronti del suo amato (riamato anche dal resto del mondo) troppo follemente scomparso 35 anni fa proprio a New York.

Robot!

Più o meno nelle stesse ore, la campana dell’anniversario ha suonato anche per due miti imprescindibili per molti. D'altronde quaranta anni si compiono una volta sola, e stavolta è stato il caso di sua maestà Goldrake e del fantastico Jeeg, il robot d’acciaio. Sia il primo che il secondo debuttano infatti in Giappone lo stesso giorno, il 5 ottobre 1975, prodotti entrambi dalla Toei Doga. Creati da quel mostro di fantasia al secolo Gô Nagai (munifico creatore anche di Devilman, Mazinger Z, Great Mazinger e Getter Robot, il cui successore Getter Robot G le quaranta candeline le ha spente a maggio), Goldrake in Europa si imporrà prima in Francia (col 100% di share televisivo: mai accaduto) e poi, dal 3 aprile 1978, in Italia.

Da noi è acquistato da delegati RAI folgorati in una kermesse d’oltralpe dedicata alle produzioni per la tv. Delegati che saranno poi ingannati dall’introduzione alla guida cartacea della serie per colpa del termine ‘Atlas’, corrispettivo francese di ‘Guide book’: è per questo infatti che ‘Guida illustrativa di UFO Robot Grendizer’, cioè ‘Atlas UFO Robot’, è divenuto il titolo ufficiale italiano di ‘UFO Robot Grendizer’.

La forza dei ricordi

Insieme ad Actarus anche Hiroshi Shiba, ossia la testa pensante di Jeeg, metterà le basi di quell’anime-boom che fino a metà anni ’80 sdoganerà decine di produzioni animate giapponesi (‘anime’, appunto) sui nostri teleschermi. E tutto ciò forgiando bambini e bambine a suon di lame rotanti, campane di bronzo, re Vega e regno Yamatai (il fenomeno sociologico legato all'animazione giapponese in Italia merita una trattazione a parte, ammettiamolo). D'accordo, Heidi ed i Barbapapà approdano in Italia prima di Goldrake.

Ma è proprio a quest’ultimo che la gran parte di coloro che oggi hanno superato gli ‘anta’ devono parecchio, forse tutto, quando si parla di sogni, infanzia e robot. Suggerimento: si chiudano per un istante gli occhi per tornare indietro nel tempo e ricongiungere i frammenti di come eravamo all’epoca in cui ‘Starting Over’ suonava per noi. Forse in quelle praterie di sogni sconfinati l’UFO di Actarus e la moto di Hiroshi filano ancora via veloci come il vento.