Questa notizia sta coinvolgendo nel web milioni di fan in una petizione comune per il salvataggio del Castello di Sammezzano a Leccio, in provincia di Firenze, di proprietà della Palmerston Hotels & Resorts che nel marzo 2016 lo metterà all'asta. La vicenda rappresenta un danno non indifferente per le migliaia di persone che vorrebbero, in questo luogo incantato, vedere realizzato un museo che racconti le tematiche di quest'imponente costruzione eclettica che conserva, nell'edificio principale, lo stile artistico dell'arte islamica risalente ai primi anni del 1600.

La storia rivela che nel 1780, nei pressi di questo maniero, sia transitato Carlo Magno tornando da Roma dopo il battesimo del figlio per mano del Papa.

Un accenno storico di Sammezzano

Il Castello è appartenuto a più famiglie: gli Altoviti (nobile casta fiorentina), a Giovanni Jacopo de' Medici e a Sebastiano Ximenes d'Aragona che vi abitò fino al 1816 quando morì Ferdinando. La tenuta e l'imponente Castello furono ereditati, insieme allo stemma e ai titoli familiari, dal primogenito della sorella Vittoria, il marchese Ferdinando Panciatichi. Dal 1853 al 1889, Ferdinando finanziò la costruzione del parco e la riprogettazione del Castello di Sammezzano.

La manodopera istruita e specializzata creò mattoni, piastrelle e stucchi dai colori brillanti e accesi, portando una corrente orientale alla struttura esistente e riuscendo a dargli quella visione straordinaria con cui vedeva il mondo. Così nacquero le nuove sale: quella d'ingresso (1853), il Corridoio delle Stalattiti (1862), la Sala da Ballo (1867) e la Torre centrale in cui è stata scolpita la data 1889.

All'asta il Castello di Sammezzano

Il Castello, dopo la guerra del '45, è stato utilizzato come hotel di lusso ma poi chiuso per i capitali che richiedeva la sua manutenzione. Nel '99 la proprietà italo-inglese del castello, decise di metterlo all'asta dopo i lavori di restauro, ma non vi fu nessuna offerta e questo portò al suo abbandono.

Tentando di risollevarne 'le sorti', nell'aprile del 2012 si costituì un comitato per promuoverlo e valorizzarlo; anche qui il fallimento. Nell'ottobre 2015 fu rimesso all'asta al prezzo di venti milioni di euro e forse per l'ingente richiesta, per ben due volte non si videro compratori. Alla sua chiusura e abbandono, un ragazzo del luogo istituì una raccolta di fondi su uno dei portali web più famosi di Crowdfounding (siti che realizzano importanti obiettivi), così da acquistare il Castello per trasformarlo in museo e renderlo accessibile a tutto il mondo. L'iniziativa non ha ancora raggiunto il successo prefissato ma l'argomento è arrivato alla Camera e al Senato, creando interesse e interrogativi da parte dei parlamentari.

Il movimento Facebook, Save Sammazzano

La battaglia iniziata da Francesco Esposito può essere vinta grazie alla pagina su Facebook (Save Sammezzano), che sta raccogliendo decine di migliaia di firme a cui s'è aggiunta Change.org (piattaforma on-line di campagne sociali). La richiesta alle Istituzioni è di avere, dopo la vendita giudiziaria del maniero, l'accesso pubblico a prescindere da chi ne diventerà proprietario. Tra febbraio e marzo 2016 ci sarà la nuova asta indetta dalla società italo-inglese (Sammezzano Castle Srl), nel tentativo di recuperare i fondi che ha sostenuto per le spese, e se non dovesse trovare compratori per questo 'gioiello', la petizione 'Save Sammezzano' lanciata sui Social, adotterà tutte le iniziative possibili per salvarlo e farne un museo.