L'abbiamo fatta grossa, il film di Verdone e Albanese, ha fatto bingo. Solo nell'ultimo weekend ha raggiunto la cifra di 3,34 milioni di euro di incasso, ha superato alla grande Revenant e rimarrà sicuramente in alto nelle classifiche anche per le prossime settimane. Ma cosa piace di questo film e chi dei due comici attrae di più? La forza di questo film che fa ridere, ma lascia dentro un non so che di malinconico, sta nel ruolo interpretato da Albanese. È lui, coi suoi ammiccamenti, con quello spasmodico movimento delle mani, con la parlata che s'incespica o s'arrotola su se stessa, con le espressioni di uomo ingenuo e irrimediabilmente perso nell'amore per la moglie, che piace; l'altro, il personaggio di Verdone, più presente nel mondo, ma comunque destinato a perdere, lo è molto meno.

E se il film attira spettatori, se le sale sono stracolme e tutti andiamo per respirare un momento di comicità, è proprio grazie al talento di Albanese e del suo personaggio.

Yuri Pelegatti, questo è il nome del personaggio interpretato da Albanese, è un attore che sulla scena è colto da amnesia improvvisa, non ricorda le battute, tanto è il trauma provocato dalla separazione della moglie. Non si dà per vinto e ricorre all'aiuto di un detective di scarso successo, che per guadagnare due lire recupera gatti e cerca le prove di tradimenti coniugali.

Comicità e umorismo nel film di Verdone e Albanese

Due poveracci che si alleano in quella che il Verga definirebbe l'eterna lotta dei vinti. Ed ecco che all'improvviso, durante le ricerche del tradimento della moglie, i due, in un simpatico travestimento commettono un errore fatale, neppure per colpa loro e si ritrovano dentro un guaio molto più grande. Le disavventure sono tante, ma alla fine quello che piace, accanto alla nonna, alla fidanzata georgiana di Verdone (Anna Kasyan), al criminale (Massimo Popolizio) che si ricicla nelle vesti di politico, permane Albanese, perché è dei due il più umano e mette avanti a tutto il suo amore per la moglie.

In questo uomo simpatico, irrimediabilmente perso, si può applicare quella distinzione fatta da Pirandello nel Saggio l'Umorismo, e se è possibile mettere a confronto i due personaggi, si può certamente affermare che quello di Albanese piace di più perché incarna l'Umorismo, ovvero la capacità di andare oltre le apparenze, quello che Pirandello chiama 'il sentimento del contrario', l'altro, Arturo Merlino (Verdone) rimane in superficie, rappresenta appena 'L'avvertimento del contrario' ovvero un uomo su cui non si indaga a sufficienza e su cui lo sguardo dell'osservatore si ferma ad avvertire il contrario, ovvero il contrasto tra ciò che appare e ciò che è, ma non entra nel profondo.

Film gradevole girato su scene di una Roma meno sfruttata dal Cinema, con il Nomentano, Castrense, Monteverde Vecchio e il Caffè Tevere. La Roma di tutti i giorni per una storia che si muove in bilico tra comicità e umorismo.