E' cominciata maleall'ex Auditorium Rai la rassegna RaiNuovaMusica con la notizia della grave malattia che determina il forfait del compositore pianista Luca Mosca nellaprima assoluta il suo Settimo concerto per pianoforte e orchestra. Lo sostituirà sulla virtuosistica partitura per la diretta distasera alle 21su Radio 3, Anna D'Errico, solistache,pur espertanella nuova musica per pianoforte, ha avuto solo una settimana per prepararsi . Sarà preceduta da un remix elettronico della composizione di Mosca in stile Italian new wave degli Shapednois che la Rai ha scritturato tramite il rodato Club to Club, festival di musica ambient.
La contaminazione tra classica ed elettronica è la formula che insieme ai prezzi stracciati, dai tre ai cinque euro, deve far tornare il pubblico giovane all'Auditorium Rai, chiuso per dieci anni, ufficialmente per il miglioramento dell'acustica, in realtà per la bonifica dall'amianto. Cosi come è stato chiuso e da poco riaperto Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche dell'Università di Torino, nell'isolato accanto,con il fallimento della Celid, fornitissima libreria nel seminterrato dell'edificio a cui gli studenti erano affezionatissimi.
Nei dieci anni di chiusura dell'Auditorium, l'orchestra sinfonica nazionale della Rai è emigrata nella sala del Lingotto, peraltro dall'acustica perfetta, finché qualche anno fa la sua storica sala è stata completamente bonificato ed è stataintitolataad Arturo Toscanini, estroso maestro, la cui vita è stata recentemente ricostruita da un accurato documentario della Radio televisione svizzera.Toscanini inedito, tra ricordi e immagini mai viste
Sotto la direzione di Marco Angius, da poco tornato da una tournèè di successo in Russia, la D'Errico suonerà anche il <Viaggio di Er> di Orazio Sciortino che racconta il mito platonico dell'uomo alla ricerca di se stesso tra caso e destino, tra libertà e necessita,finita di scrivere tre mesi fa.
Seguirà la prima italiana di un'opera di Wolfgang Rihm e, per concludere, Ivan Fedele cheha chiarito come la sua Sintax ha un cuore beethoveniano e deve emozionare per come suona all'orecchio, non per come è scritta.
Non tutti sono d'accordo con queste contaminazioni
Così deve essere per la nuova musica, ma in questa rassegna gli unici a salvarsi secondo il saggio di Alexander Ross <Il resto è rumore> sono Ligeti e Britten a cui è dedicato il secondo appuntamento, con il flauto di Alberto Barletta e l'oboe Francesco Pomarico, diretti da Jonathan Webb.
Il resto è una prima italiana di Màrton Illés e il <Danzario> di Riccardo Panfili. Il live set delle Vaghe stelle accoglierà il pubblico all'entrata e lo accompagnerà all'uscita.
Anche il compositore mancato un mese fa, Pierre Boulez, sarebbe scettico su questo sperimentalismo e interdisciplinarietà delle arti, se si pensa che anche il simbolo della rassegna è un grammofono scolpito da Alberto Tadiello prestato dalla Fondazione Sandretto .Eppure è questa l'idea degli organiizzatori Cesare Mazzonis e Paola Carruba al passo con l' interdisciplinarità della critica d'arte.
Si chiude icon la celebrazione dei novantesimo compleanno di Gyorgy Kurtàg. A festeggiarlo saranno il bravissimo violoncellista fiorentino Francesco Dillon, accompagnato dal pianoforte di Emanuele Torquati e diretto da Olari Elts attraverso musica composta del festeggiato proprio per il suo gentiliaco.Infine la prima italiana di Fabio Vacchi e "Testament" di Brett Dean.