Fino al prossimo 29 novembre 2017, alla MyOwnGallery - Superstudio Più di Milano è aperta la mostra "Maria Cristina Carlini. Le ragioni del luogo": la rassegna, curata da Flaminio Gualdoni,presenta una serie di opere dell'artista sperimentatrice, tra cui sculture storiche in grès, legno e bronzo e composizioni inedite, oltre a singolari opere su carta. Abbiamo intervistato l'artista per saperne di più.

Come è nata la sua passione per materiali come il legno, il grès e il bronzo?

La passione per la ceramica è scaturita in me fin da ragazza ed è proseguita tramite l’impiego di diverse terre e in particolare del grès. La mia ricerca, volta sempre all’essenziale, mi ha portato nel tempo all’interesse e alla sperimentazione di materiali differenti come l’acciaio corten, il bronzo, la lamiera, il legno di recupero, tutti materiali che apprezzo particolarmente per la loro semplicità e autenticità. Percepisco nella materia grezza come la terra, il legno, il ferro e la ruggine l’elemento vitale che mi avvicina maggiormente alla natura e mi fornisce l’impulso per nuove creazioni.

Inoltre l’utilizzo di diversi materiali risponde di volta in volta anche alle esigenze intrinseche legate a differenti realizzazioni, spesso connesse alla dimensione monumentale delle mie opere, dimensione che mi appaga e nella quale sento la mia espressività maggiormente rappresentata.

Quanto e perché è importante l'elemento naturale nelle sue opere?

La natura è un aspetto fondamentale nell’elaborazione delle mie opere in quanto è radicata in me sento di farne parte, come del resto tutto il mondo ne fa parte, ed è una grande fonte di ispirazione e di espressività. Mi confronto costantemente con essa e con i suoi elementi, che rielaboro e ripropongo nelle mie sculture creando un dialogo tra Arte e natura.

Sono affascinata dalla perfezione irraggiungibile del mondo naturale che mi offre un modello cui riferirmi e lo spunto per la creazione di forme lineari che contengono molteplici significati.

La scultura "Guardiani del segreto" è davvero imponente: ci vuole raccontare la sua nascita?

La scultura "Guardiani del segreto", così come spesso accade per le mie opere, non ha un preciso momento di “nascita”. Ha inizialmente preso forma attraverso bozzetti e successivamente è cresciuta grazie allo studio e all’utilizzo dei materiali impiegati: legno di recupero e acciaio corten. Durante il processo di creazione la dimensione monumentale è risultata la sola scelta che potesse esprimere nella sua completezza l’idea dell’opera.

C'è un'epoca storica che l'ha colpita e ha influenzato la sua arte in modo particolare?

Non posso dire di sentirmi vicina esclusivamente ad un periodo storico specifico, ma sono sicuramente molto affascinata dal mondo primitivo e dalle sue espressioni strettamente correlate alla natura. In me è preponderante un desiderio di ricongiunzione e di dialogo con un mondo primordiale, atavico, da cui nascono le mie opere: crateri, fossili e sculture che evocano, in chi le osserva, riferimenti all’antico Egitto o all’arte Khmer come le tre colonne omonime presenti in questa mostra, che rimandano al tempio cambogiano di “Banteay Srei” del X secolo d.C.. Usualmente eseguo le mie opere per la semplice necessità di esprimermi, poi lascio ad ognuno la libertà d’interpretazione.