La gelosia è un sentimento che abbiamo provato tutti nella vita, che fosse per il proprio partner oppure per un amico o un parente. Alla presenza di un rivale si verifica un dolore emotivo che porta alla paura, all'insicurezza e, cosa più importante, alla rabbia, che se non controllata potrebbe portare ad atteggiamenti distruttivi verso il prossimo o verso se stessi. D'altro canto, se espressa con parsimonia e giudizio, può essere un incentivo alla solidità di una relazione.

In poche parole, la gelosia con tutta probabilità è alla base dello sviluppo della monogamia dei primati.

Sembra abbia giocato un ruolo importantissimo per il consolidamento delle coppie che si andavano formando nel corso dell'evoluzione. Questo è ciò che uno studio sperimentale condotto da Karen Bales e i suoi colleghi su callicebi rossi - una specie di scimmie sudamericane - e pubblicato sulla rivista "Frontiers in Ecology and Evolution".

Lo studio

Il callicebo rosso è un animale che come l'uomo ha sviluppato le sue relazioni di genere prevalentemente monogamiche. Nel corso di un filmato di 30 minuti gli studiosi hanno ripreso alcuni esemplari maschi in compagnia di una coppia formata da un maschio ed una femmina. Successivamente hanno fatto una scansione cerebrale su ognuno di questi esemplari e prelevato da essi un campione di sangue per verificare i livelli ormonali di ciascuno.

Ne è emerso che i fattori che determinano l'associazione fra legame e aggressività - di cortisolo e testosterone - sono notevolmente aumentati, così come è aumentata l'attività cerebrale che affermava la percezione negativa alla vista di un "avversario". I risultati erano maggiori in quegli individui che avevano trascorso più tempo ad osservare la coppia.

Bales ha spiegato che la monogamia "si è evoluta molte volte" - come si evince dalle sue parole - però non tutte le specie si sono evolute grazie alla tendenza alla monogamia. Come sappiamo, moltissimi animali non hanno un partner per tutto l'arco della vita, ma che anzi si riproducono con individui diversi - la cosiddetta "poligamia" - e che non risentono, o risentono poco, di emozioni negative verso un potenziale rivale.

Il discorso quindi non riguarda tutti gli animali, e che comunque questo meccanismo è prevalente nei primati - e perciò anche nell'uomo. Infatti, lo studio sulle scimmie è stato fatto proprio perché hanno un comportamento molto simile a quello umano.