Molto spesso ci si confonde tra fiaba e Favola, due generi letterari per bambini, e non solo, ben distinti tra loro. Il termine fiaba deriva dal latino fabula, ovvero "racconto". Per i latini difatti esistevano diversi tipi di fabulae, ma l'accezione moderna del termine indica un racconto, in genere destinato ai bambini, con delle caratteristiche ben definite. Si tratta di una narrazione dalla lunghezza non eccessiva, giacché spesso il suo pubblico è quello dei più piccoli, che si sa, si annoiano facilmente.

Al fine di mantenere viva la loro attenzione e curiosità, i protagonisti delle fiabe non sono semplici uomini, donne o bambini, ma appartengono a delle categorie tipiche del mondo della fantasia: fate, streghe, maghi, draghi, giganti e terribili orchi...

oltre ai classici principi e principesse.

Cosa insegnando le fiabe

Inizialmente le fiabe venivano tramandate oralmente, di generazione in generazione, con lo scopo di intrattenere, appunto, i più piccini. La morale però è ben nascosta tra le righe, e diventa un messaggio importantissimo e funzionale alla crescita e allo sviluppo del bambino. Dalle fiabe si può imparare che nel mondo esistono personaggi buoni e cattivi, dunque avere una prima percezione del bene e del male.

0Inoltre il si può scoprire che se si combatte con l'intento di perseguire il bene, si ottengono dei risultati. E quel "C'era una volta" letto all'inizio della fiaba si trasforma sempre (perlomeno nel libro) in un "e vissero a lungo felici e contenti".

Educare i bambini alla ricerca della felicità, del bello, del buono e del giusto, è sempre stato di primaria importanza. Nelle fiabe difatti, grazie all'elemento magico, si possono risolvere situazioni apparentemente drammatiche. Dunque la morale è sempre sottintesa, ma in ogni fiaba c'è sempre qualcosa da imparare ed una soluzione ad ogni problema.

Nelle fiabe luogo e tempo sono indefiniti: c'era una volta... una volta quando? In un luogo lontanissimo... lontano quanto? Sono domande le cui risposte non hanno molta importanza, perchè l'indeterminatezza stimola la fantasia del bambino.

Tra i più celebri scrittori di fiabe vi sono i fratelli Grimm, autori di "Cenerentola", "La bella e la bestia", "Cappuccetto rosso", o Hans Christian Andersen, che rielaborò molte fiabe e ne scrisse di nuove, tra cui "Il brutto anatroccolo"...

chi non si è mai sentito come lui, finchè la vita non gli ha insegnato a diventare un bellissimo cigno? Ogni bambino merita di incontrare e scoprire il cigno che è in lui.

La favola e la sua morale

La favola invece è un genere che affonda le sue radici in un passato lontanissimo. In comune, fiaba e favola, hanno solamente l'etimologia del nome. I protagonisti sono animali antropomorfi, ovvero animali che possiedono caratteristiche proprie dell'essere umano, come la capacità di parlare, o ragionare. Il primo scrittore di favole di cui si ha notizia è Esopo, vissuto nell'antica Grecia. Alcune delle sue favole sono talmente famose da essere diventate quasi proverbiali, e da evocarne il significato senza conoscerle nel dettaglio.

"La volpe che non arriva all'uva dice che è acerba", ad esempio, deriva dalla sua favola "La volpe e l'uva", e chiaramente fa riferimento a tutti coloro che non hanno raggiunto un obiettivo e lo disprezzano.

La morale nella favola è sempre esplicita, perchè il suo intento è proprio quello di insegnare qualcosa a chi la legge, al di là del puro intrattenimento.

Fiabe e favole fanno parte del nostro patrimonio culturale, e oltre ad essere fondamentali nello sviluppo del bambino, la loro lettura, anche in tenera età, permette di imparare parole nuove mediante l'ascolto, oltre a stimolare la vista, poichè i libri per bambini sono sempre colorati.

Ma tutti, grandi e piccini, dovremmo rileggere ogni tanto le fiabe e le favole della nostra infanzia, perchè nella vita non si finisce mai d'imparare.

La morale non è solo contenuta tra le righe di un libro vecchio o nuovo, ma si nasconde dietro ogni piccola (dis)avventura quotidiana, perchè da tutto quello che ci capita ogni giorno possiamo sempre imparare qualcosa.