L’esodo continua. E non accenna a fermarsi. Il numero di imprese italiane che delocalizzano o che si trasferiscono definitivamente in Svizzera è sempre più elevato e l’economia nazionale ne risente in modo tangibile. Il via vai di camion che passano per la dogana a Mendrisio, Lugano e Chiasso è evidente e grossi lotti di mobili d’ufficio vengono spostati nel paese dei cantoni. Perché le imprese italiane valicano il confine? La risposta è evidente.

Il fisco svizzero è ovviamente meno pesante rispetto a quello italiano e il carico sulle imprese grava intorno al 23% (in Italia si sfonda anche addirittura la soglia del 50% di tributi a carico di un’impresa), ma ciò che attrae di più l’imprenditore italiano è il rispetto delle regole, la burocrazia più veloce e più equa visto che si cerca di conferire una giusta soluzione al problema senza cercare di gravare sull’imprenditore.

Una volta valicata la dogana si va incontro ad un altro mondo: lo stile di vita è diverso e tutto ciò che ruota intorno al mondo del lavoro ha un sapore diverso, più ordinato e più chiaro. Nell’ambito della risoluzione dei contenziosi le scartoffie da compilare, i documenti da riempire e da inviare sono molti meno rispetto a quelli che si possono trovare in Italia. La burocrazia è molto più diretta e i procedimenti da mettere in atto vengono effettuati in modo più rapido e più immediato.

E’ inutile dire che il motivo principale che spinge le imprese a lasciare la nostra nazione è quello legato al fisco e alla pressione fiscale e tributaria. La Svizzera però ha un paesaggio accogliente costituito da laghi, montagne, panorami mozzafiato che permettono l’apprezzamento della natura circostante alle grandi città come Berna, Losanna, Lugano e Ginevra.

Ci sarebbero tutti i presupposti per lasciare l’Italia. Ma il nostro Stato a cosa va incontro?

Il bilancio dello Stato risente in maniera negativa di questo esodo verso la vicina Svizzera. Le uscite in conto corrente del BDS sono costituite da una particolare voce che riguarda il “trasferimento di imprese” e questo esodo va ad inserirsi inesorabilmente in questa categoria.

La voce del bilancio dello Stato continua a gonfiarsi e gli zeri continuano ad aumentare. L’Italia ci perde inevitabilmente ma, a primo impatto, sembrerebbe un inesorabile harakiri. Il Belpaese ha il suo fascino, ma gli imprenditori preferiscono altri scenari e altre prospettive future.