Le Offerte di lavoro per chi è poco qualificato saranno sempre maggiori rispetto alle offerte per chi è altamente qualificato, almeno fino al 2030. Secondo i dati elaborati nella ricerca Global scenarios for European socio-ecological transition realizzata dal professore della Sorbonne nonché presidente scientifico di SEURECO (Société EURopéenne d'ECOnomie) Paul Zagamé, infatti, i lavoratori qualificati avranno comunque minori possibilità sia in un ipotetico scenario ottimista che in un parimenti ipotetico scenario meno ottimista.

La disoccupazione dei più qualificati, infatti, passerà dal 5,6% del 2010 al 10,5% del 2030 (scenario più duro) oppure dal 5,6 al 7% (scenario più ottimista). Al contrario il tasso di disoccupazione per coloro che sono poco qualificati passerà dall'11,2% del 2010 al 12,4% del 2030 (scenario più duro), conoscendo un aumento estremamente contenuto o addirittura una forte riduzione secondo lo scenario ottimistico che prevede un passaggio dall'11,2 all'8,1% del tasso di disoccupazione. Insomma le offerte di lavoro secondo lo studio privilegeranno i poco qualificati, che vedranno il loro tasso di disoccupazione mantenersi sostanzialmente stabile o addirittura diminuire nettamente.

Il perché lo ha spiegato Ilaria Maselli del Ceps: "Questi profili non possono essere rimpiazzati dalle tecnologie, né delocalizzati in mercati emergenti. Basti pensare alla cucina dove è impossibile automatizzare il lavoro", precisando tuttavia che "il futuro della domanda di profili poco qualificati dipenderà comunque dall'andamento dei salari e dalla produttività di questi servizi". Lo studio del professor Zagamé sottolinea inoltre come la maggior parte di posti di lavoro andranno a crearsi nel settore dei servizi, mentre l'agricoltura subirà perdite ingenti stimate in 3 milioni di posti di lavoro entro il 2030.