L'Italia è il Paese del vino. Quello che fino ad oggi sembrava essere un dato di fatto circa il nostro Paese, rischia ora di essere messo fortemente in discussione. Nel Belpaese, infatti, i consumi del "nettare degli dei" sono in fortissimo calo. Lo rivela la Coldiretti in occasione del Vinitaly, che apre domani a Verona.

L'associazione quantifica in 22,6 milioni di ettolitri il consumo di vino in Italia nel 2012, con un calo del 2% (40 milioni di litri in meno) rispetto all'anno precedente. Si tratta di un record negativo dato che per trovare un anno con un consumo così basso bisogna ritornare indietro addirittura al 1861, l'anno dell'Unità d'Italia.

Allora come oggi si consumavano 22,6 milioni di ettolitri di vino, solo che la popolazione italiana, nel frattempo, è raddoppiata e il reddito è 20 volte superiore.

Lontani anni luce i nostri cugini francesi che con 30,3 milioni di ettolitri hanno il primato mondiale nel consumo di vino, seguiti dagli americani con 29 milioni di ettolitri. Ma un dato sorride al nostro Paese: se da un lato il consumo interno è in calo, le esportazioni vanno a gonfie vele. Nel 2012 oltre un milione di ettolitri di vino italiano sono stati esportati negli Stati Uniti (+6% rispetto al 2011). Forti incrementi anche per il nostro export in Germania (+4%), Gran Bretagna (+5%), Canada (+11%) e Cina (+17%).

"Il settore del vino ha affrontato la più grave crisi dei consumi interni - ha dichiarato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - ma è comunque diventato la punta di diamante del Made in Italy nel mondo puntando sulle esportazioni e sull'innovazione senza precedenti che per vincere la competizione valorizza la distintività del prodotto e il suo legame con il territorio e la cultura locale".

Sempre per quanto riguarda il calo dei consumi interni, la Coldiretti nel 2012 ha effettuato un sondaggio online attraverso il suo sito in cui è emerso che il consumo di vino è sceso sotto i 40 litri a persona all'anno. Solo il 27% degli italiani dichiara di avere il vino a tavola tutti i giorni, il 32% dichiara di berlo solo in occasioni particolari, mentre Il 18% afferma di consumare vino solamente una o due volte a settimana.

A questi va aggiunto un 6% che si è dichiarato astemio. 

Le ragioni di questo crollo dei consumi non sono facili da individuare. Certamente può dipendere dalla crisi economica in cui versa il Paese o dal fatto che, per ragioni di salute, molte persone cercano di limitare il consumo di alcool, magari bevendo meno ma scegliendo vini più pregiati. La ragione principale, però, sembra risiedere nella maggiore scelta di alternative al vino e alla crescente considerazione che queste stanno ottenendo nei consumatori. Basti pensare che in Italia negli ultimi anni il consumo di birra è aumentato e che, per la prima volta, la "bionda" avrà una sua rappresentanza proprio al Vinitaly che apre domani.