Nell'anno che sta per concludersi, l'economia ha avuto un ruolo centrale nella politica nazionale. Sono scese in campo tutte le componenti principali della stessa economia, da quella di bilancio, a quelle monetaria e valutaria, per contribuire alla ripresa economica prima, e allo sviluppo poi. Non è stata una impresa facile, ma le riforme in campo, attuate dal Governo, hanno consentito un'inversione di tendenza, e l'avvio dello sviluppo, anche se in modo molto timido.

In questo processo il contributo dell'Europa si è sentito molto poco e da ultimo, con la politica monetaria, che ha dato una mano per l' acquisto dei titoli di Stato col Quantitative Easing.

Interessi bassi sui titoli di Stato

Si tratta di una politica monetaria molto espansiva, attuata dalla Bcc, che con la stampa di nuove monete, compra sul mercato titoli di Stato ed obbligazioni. Il beneficio è duplice: tiene bassi gli interessi sui titoli di Stato e favorisce l' inflazione, rilanciando l' economia. Nei momenti di profonda crisi, la politica di bilancio, con l' accumulo di deficit, è stata una giusta e benefica risposta alla mancanza di domanda.

Con la mancanza del gettito d' imposta, a causa della crisi, e l' aumento delle spese per mantenere la disoccupazione, ha fatto seguito la politica di austerità, per ricondurre il bilancio verso il pareggio. 

Ripartono i mutui

 La politica monetaria è diventata sempre più incisiva, con la riduzione dei tassi d' interesse a zero, ed ha contribuito non poco alla ripresa, stimolando gli investimenti e facendo ripartire i mutui e le banche stesse. In particolare si nota l' assenza di una direttiva trainante dell'Europa, la quale si è assunta un ruolo di dare solo giudizi sull' operato dei vari paesi. Non parliamo poi della politica estera europea: completamente assente. L' Europa si deve svegliare velocemente, visto che in tutti i Paesi dell'unione è nato un polo, consistente, antieuropeo, che genera populismo, per l'inerzia della stessa.

L' Europa deve cambiare passo, anche se il Presidente Ue Jean Claude Juncker non si fa illusioni, stando a quanto dichiarato dallo stesso, il 18 Dicembre, alla fine del vertice Ue di Bruxelles.