Era l’8 dicembre quando il ministro dell’Economia Padoan disse che se ne sarebbe occupato lui, facendo intendere che il sollievo agli obbligazionisti depauperati del loro denaro poteva consistere solamente in un’operazione di natura umanitaria che riconoscesse lo stato di bisogno. Cosi è stato. L’emendamento che prevede, appunto, la costituzione di un fondo di solidarietà, sarà depositato in Commissione Bilancio e illustrato dallo stesso Padoan al premier Renzi.
Il Governo sembra quindi finalmente aver trovato una soluzione ad un grattacapo, quello della tutela dei titolari di obbligazioni subordinate, che dopo il decreto ‘salva banche’ del 22 novembre, si sono visti azzerare i loro investimenti. La proposta prevede la costituzione di fondo di solidarietà appunto dal valore complessivo di 80 milioni di euro, 60 garantiti dalle banche e 40 garantiti dallo Stato. Non è escluso che tali cifre possano essere riviste al rialzo però.
Un fondo per ridare una piccola speranza ad alcuni investitori
Tale fondo ribattezzato ‘salva-risparmiatori’ nascerà all’interno del Fondo di risoluzione.
Un successivo decreto del ministero dell’Economia disciplinerà le condizioni richiesta ai risparmiatori per poter accedervi. Lo stato di indigenza economica del risparmiatore, costituirà sicuramente una corsia preferenziale. Tale indennizzo, che risarcirà solo un terzo dei correntisti che hanno perso tutto ciò che hanno investito in bond ed azioni, dovrebbe rispondere ai dictat imposti dalla Commissione UE. Non dovrebbe rientrare nella categoria degli aiuti di Stato. Saranno, appunto, solo alcuni sottoscrittori di bond subordinati delle quattro banche salvate che hanno perso in tutto circa 750 milioni di euro a ricevere ristoro. La Consob e in particolare il nuovo Organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie deciderà caso per caso se accordare tutela risarcitoria ai 10.350 obbligazionisti subordinati.
Tale organismo sarà quindi chiamato a svolgere il ruolo di arbitro cosi’ come è accaduto nell’operazione di salvataggio degli istituti di credito spagnoli.
Codaconds intanto promette ricorso a prescindere dall’indennizzo
Il Codacons dal canto suo rimane intenzionato a far valere le responsabilità di chi ha propinato prodotti finanziati rischiosi a correntisti che, spinti da un eccesso di fiducia, firmavano contratti bancari al buio. A detta di varie associazioni di categoria come Adusbef, tali obbligazioni ed azioni non solo sarebbero viziate da un abuso di fiducia, ma sarebbero state subordinate anche alla concessione di prestiti. Da qui l’intenzione di richiedere un indennizzo che se accordato dalle competenti sedi giudiziarie comporterà il diritto a recuperare il 100% delle perdite subite dalle vittime del ‘salva-banche’.
Un motivo ci deve esser infatti se anche la Commissione Europea, che di certo ha avuto un ruolo abbastanza autoritario in tutta la vicenda, ha dichiarato che le quattro banche salvate dal governo Renzi vendevano prodotti inadatti ai clienti non del tutto consapevoli di ciò che stessero comprando. Intanto le "vittime del salva banche" si preparano a lanciare un appello direttamente al premier. Domenica hanno infatti organizzato una manifestazione per essere ascoltati da Matteo Renzi che alla Leopolda terrà un discorso. Una manifestazione che dopo il suicidio di Luigino D'Angelo, un pensionato che si è ucciso dopo avere appreso di aver perso 110 mila euro in obbligazioni della Banca Etruria, potrebbe influenzare la decisione del Governo.