Il rapporto McKinsey (McKinsey Global Institute) indica il nostro Paese come la maglia nera dell'Occidente industrializzato. L'istituto di ricerca mette in evidenza nel suo ultimo rapporto dal titolo "Poorer than their parents", l'impoverimento di tutta la popolazione occidentale di questi ultimi 10 anni, ma assegna all'Italia il record negativo in assoluto. Nel nuovo millennio l'ordine economico mondiale è stato stravolto e il fenomeno dell'impoverimento delle popolazioni mondiali è diventato di massa, con conseguenze molto negative su una società (fino ad allora consumistica) impreparata ad affrontare disagi sempre maggiori fatti di povertà, di mancanza di lavoro e di assistenza inadeguata a chi non ha più nulla in cui credere. Molti cittadini hanno perso la fiducia nell'economia di mercato e nel libero scambio delle merci, per molti di loro la globalizzazione rappresenta un fallimento in cui si sentono intrappolati.
Lo studio Mckinsey ha esaminato le 25 economie più floride del mondo e tra queste economie troviamo tutto l'Occidente e il Giappone.
L'economia del nuovo millennio
I primi segnali del disastro si avvertono nel 2005, ma poi troviamo la gigantesca crisi del 2008. Quasi il 70% della popolazione di quest'area (circa 550 milioni di persone) si ritrova oggi con reddito addirittura inferiore a prima che tutto avesse inizio. Un simile sfacelo non accadeva dalla II Guerra Mondiale e in questo quadro l'Italia risulta essere il Paese più colpito: il 97% delle famiglie italiane ha un reddito inferiore a quello su cui contava all'inizio della crisi, seguono a ruota Stati Uniti, Inghilterra e Francia.
Il dramma dei giovani
Tornando però ai giovani, il Rapporto McKinsey ci fornisce un dato molto preoccupante, è la prima generazione, da molto tempo, che sta peggio dei genitori. Tra i lavoratori giovani, i più colpiti sono quelli meno istruiti e il rischio per loro è di arrivare in vecchiaia con gravi difficoltà economiche. Per evitare il disastro avremmo potuto seguire le orme della Svezia che, essendosi mossa per tempo per mantenere i posti di lavoro, ora può vantare una buona economia. Nel nostro Paese sono state dismesse invece molte industrie nell'assoluta indifferenza dei governi che si sono succeduti dal 2004 ad oggi. Sempre secondo il rapporto Mckinsey, i governi non dovranno appoggiarsi esclusivamente all'economia per risanare la situazione, solo quella non basterà, e il rischio serio è quello di piombare in uno stato di povertà permanente con conseguenze facilmente immaginabili.