Le dichiarazioni di Trump in merito a nuovi dazi sull’importazione di acciaio e alluminio di qualche giorno fa, stanno innescando una reazione a catena in tutto il mondo. Ma andiamo con ordine e partiamo dall’inizio.
Pochi giorni fa, sembrerebbe a seguito di un duro scontro con i suoi consiglieri economici, il Presidente degli Stati Uniti, ha ribadito di voler mantenere quanto promesso in campagna elettorale.
Quindi, seppur si tratta ancora solamente di un “annuncio informale”, il Tycoon conferma l’intenzione di attuare le misure di protezione sulle importazioni per mezzo dell’imposizione di dazi del 25% sull’acciaio e del 10% sull’alluminio.
Tali misure, che inizialmente avrebbero dovuto cercare di arginare le politiche commerciali aggressive e spesso scorrette della Cina, primo produttore al mondo di acciaio, rischiano di colpire, nella realtà dei numeri, partner commerciali importanti come Canada ed Europa. Infatti, analizzando i numeri dell’import dell’acciaio del 2017, emerge che la Cina importa solo il 3% dell’acciaio importato in Usa.
Mentre Canada ed Europa importano rispettivamente il 16% ed il 10%.
Dazi su Levi’s e Harley
Ecco il motivo dell’agitazione e delle reazioni dei mercati occidentali che hanno immediatamente ribattuto con la minaccia di nuovi tributi sulle importazioni di storici marchi statunitensi, tra i quali Levi’s e Harley Davidson.
Inizialmente si era ventilata l’ipotesi di un possibile passo indietro di Trump escludendo da tali oneri l’Europa e il Canada. Invece Sabato è arrivata la secca smentita dagli Stati Uniti, anzi, Trump ha rilanciato minacciando ulteriori tasse sulle autovetture europee vendute in America, qualora da Bruxelles dovessero arrivare ritorsioni. Il suo Tweet non lascia spazio a fraintendimenti: “ Se la Ue vuole aumentare ulteriormente i già' massicci dazi e barriere imposte alle società' Usa che fanno affari li', noi semplicemente applicheremo una tassa sulle loro auto che liberamente entrano negli Stati Uniti.
Rendono impossibile vendere le nostre auto (e molte altre cose) da loro. C’è un grande squilibrio commerciale!".
Certamente le minacce hanno centrato l’obiettivo per quel che concerne l’Italia, infatti il Ministro Carlo Calenda ha tempestivamente invitato l’Europa ad una reazione “misurata”.
Theresa May preoccupata da una guerra commerciale
Anche la premier britannica Theresa May ha espresso la sua “profonda preoccupazione” a Trump per la minaccia di una guerra commerciale nei confronti dell’Unione europea, auspicando una soluzione della crisi per il bene di tutte le parti interessate.
Anche dal versante cinese arriva la reazione alle parole di Trump e il governo di Pechino, per bocca del portavoce del congresso nazionale del popolo, rilancia: “ La Cina non vuole una guerra commerciale, ma se gli Stati Uniti varano azioni che ledono gli interessi cinesi, la Cina non starà a guardare e prenderà le misure necessarie”.
Adesso si aspetta la contro reazione del Presidente Usa, coscienti che una guerra commerciale non converrebbe a nessuno.