L'Europa ha avvertito Donald Trump di aspettarsi dei contraccolpi verso storiche aziende americane come Harley-Davidson, Levi's e Kentucky Bourbon, qualora dovesse innescare una vera e propria "guerra commerciale", proseguendo nella sua intenzione di applicare tariffe "punitive" statunitensi sull'acciaio straniero. Il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha dichiarato che ci sarebbero conseguenze per gli Stati Uniti se entrasse in vigore la nuova normativa, che prevede una tariffazione del 25% sull'acciaio e del 10% sulle importazioni di alluminio.
"Dobbiamo dimostrare che possiamo anche prendere misure. Questa non può essere un'azione transatlantica unilaterale degli americani - ha detto Juncker - non sto dicendo che dobbiamo rispondere, ma dobbiamo agire".
Il suo avvertimento arriva mentre il Fondo Monetario Internazionale avverte che il piano di Donald Trump potrebbe provocare danni internazionali: "Le restrizioni all'importazione annunciate dal presidente degli Stati Uniti rischiano di provocare danni non solo al di fuori degli Stati Uniti, ma anche all'economia statunitense stessa, compresi i settori manifatturiero e edilizio, che sono i principali utilizzatori di alluminio e acciaio", ha affermato il FMI.
Anche altri leader mondiali hanno minacciato rappresaglie.
Il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha detto che le tariffe americane sarebbero "assolutamente inaccettabili", mentre anche la Cina avrebbe espresso "grave preoccupazione" su questa normativa. L'industria siderurgica giapponese ha esortato Trump a non imporre tariffe elevate alle importazioni, avvertendo che queste avrebbero "gravi effetti nocivi" sugli scambi a livello mondiale.
Il commento di Donald Trump
Nel frattempo, il presidente degli Stati Uniti ha affermato che "le guerre commerciali sono buone". In un tweet mattutino, Trump ha scritto: "Quando un paese (USA) sta perdendo molti miliardi di dollari negli scambi commerciali con praticamente ogni paese con cui fa affari, le guerre commerciali sono buone e facili da vincere.
Ad esempio, quando siamo in calo di $100 miliardi con un certo paese e diventano carini, non commerciano più. Vinceremo alla grande. È facile!".
L'annuncio di Trump ha fatto crollare i mercati azionari di tutto il mondo, e potrebbe spingere altri paesi ad agire. "La parte cinese esprime grave preoccupazione", ha detto il ministero del commercio. La dichiarazione non menzionava alcuna misura di rappresaglia, ma avrebbe incoraggiato Washington a risolvere le controversie attraverso negoziati. I funzionari cinesi hanno affermato che sarebbero pronti ad adottare "misure necessarie" per difendere gli interessi nazionali.
"L'imposizione di una tariffa come questa, non farà altro che distorcere il commercio e, in definitiva, crediamo, porterà a una perdita di posti di lavoro - ha affermato il ministro del commercio australiano, Steven Ciobo - La mia preoccupazione rimane che sul retro di azioni come questa possiamo vedere misure di ritorsione messe in atto da altre grandi economie.
Questo non interessa a nessuno".
Tensioni anche negli USA
La notizia ha incontrato reazioni contrastanti anche negli Stati Uniti. "Business Roundtable", uno dei gruppi di lobby più potenti di Washington, ha detto che "non è d'accordo" con la decisione, "perché danneggerà l'economia americana e le società, i lavoratori e i consumatori americani, aumentando i prezzi e provocando ritorsioni all'estero contro gli esportatori statunitensi".
Ma Robert Scott, economista senior presso l'Istituto di politica economica, ha affermato che le tariffe erano da lungo attese: "Trump ha promesso un'azione rapida dopo aver annunciato le indagini sulle minacce alla sicurezza nazionale imposte dalle importazioni di acciaio e alluminio quasi un anno fa.
I ritardi hanno aggravato la crisi delle importazioni per migliaia di lavoratori statunitensi di acciaio e alluminio, molti dei quali stanno affrontando licenziamenti e annunci di chiusura degli impianti".