Il reddito di cittadinanza è argomento attuale, molto dibattuto e molto discusso tanto è vero che ha avuto un discreto spazio anche ieri sera durante la trasmissione televisiva di LA7, “Di Martedì”. Nello studio della trasmissione di Giovanni Floris sono stati affrontati molti dei temi di strettissima attualità che riguardano il governo e la manovra finanziaria. Sul reddito di cittadinanza da registrare un particolare servizio a cura di Barbara Romano, che ha messo in luce alcuni aspetti contestabili della misura, soprattutto per quanto riguarda alcune furberie che potrebbero mettere in atto i cittadini che vorrebbero rientrare tra i beneficiari di questo sussidio.

Servizio che ha trovato alcuni appunti mossi da uno degli ospiti della trasmissione, il grillino e sottosegretario del Ministero Affari Regionali, Stefano Buffagni. Vediamo quali sarebbero i trucchi che potrebbero utilizzare i cittadini per poter sfruttare il reddito di cittadinanza pur non avendone diritto e cosa ha detto al riguardo il rappresentante del governo.

Case di proprietà ed Isee

Il reddito di cittadinanza sarà uno strumento che erogherà 780 euro al mese a soggetti disagiati come reddito e come lavoro. Una misura di contrasto alla povertà ma anche di politica attiva del lavoro, almeno per come sembra essere strutturata oggi, quando ancora non è stato emanato un decreto che ne illustri tutti gli aspetti tecnici, facendo maggiore chiarezza.

Il benefit economico non sarà uguale per tutti, perché sarà differente in base alle condizioni reddituali di ogni singolo beneficiario. Il parametro di riferimento, come accade da anni per tutte le prestazioni assistenziali in vigore, sarà l’Isee. Secondo le ultime indiscrezioni, confermate anche ieri sera nel salotto di Giovanni Floris, il limite di Isee dovrebbe essere fissato a 9.300 euro.

Fattore importante sarà anche la casa di abitazione, perché per coloro che la detengono in proprietà, il reddito di cittadinanza sarà ridotto del cosiddetto affitto imputato. In pratica avere la casa di proprietà dovrebbe ridurre l’importo del reddito di cittadinanza percepito, di circa 300 euro. In definitiva, il sussidio pieno sarà erogato solo a soggetti privi di lavoro, con Isee sotto la soglia minima fissata e senza case di proprietà.

Oltre al beneficio economico, la misura prevede l’obbligo per i beneficiari, di partecipare ai programmi di riqualificazione lavorativa che i centri per l’impiego, che per l’occasione dovrebbero essere potenziati anche come organico, metteranno in atto per loro. Inoltre bisognerà dedicare 8 ore a settimana a lavori di pubblica utilità ordinati dal sindaco del proprio comune di residenza. La misura, per essere percepita, prevede anche il divieto di rifiutare più di due congrue proposte di lavoro, dove per congrue si dovrebbe intendere un lavoro adatto al profilo della persona che beneficia del reddito di cittadinanza e con distanza dal proprio comune di residenza entro i 50 km.

I trucchi sono i soliti

Nel servizio di LA7, si evidenziano le pratiche che potrebbero rendere il sussidio fruibile anche dai non meritevoli. Per esempio, un soggetto senza reddito ma con casa di proprietà, per non perdere parte del sussidio (come dicevamo, circa 300 euro come affitto imputato), potrebbe cedere con atto di usufrutto, la casa ad un soggetto terzo, pur se nella realtà, l’immobile continuerà ad essere utilizzato come prima. Infatti con la cessione di un immobile per usufrutto ad un genitore o ad un figlio, scomparirebbe l’obbligo di inserirlo nella DSU che serve per la richiesta dell’Isee.

Altre pratiche sono i distacchi dal nucleo familiare. Per abbattere l’Isee, dal momento che meno alto è più si percepisce di reddito di cittadinanza, basterebbe chiedere il cambio di residenza di uno dei componenti il nucleo familiare, per abbattere la soglia.

In questo caso, nell’esempio riportato dal servizio, due conviventi con lavoretti saltuari ma che producono redditi tali da fargli superare la soglia, dividendosi al comune, ma continuando a vivere sotto lo stesso tetto, potrebbero percepire entrambi il benefit, presentando legalmente due Isee singolarmente e quindi più bassi. Una pratica opposta potrebbe essere quella di prendersi nel nucleo familiare un soggetto senza reddito, perché più persone sono presenti nel nucleo familiare, più si abbassa l’Isee.

Secondo il sottosegretario Buffagni, il servizio mette in luce pratiche comuni a tutti gli italiani ed a tutte le misure assistenziali, non certamente solo al reddito di cittadinanza. In pratica, quanto riportato sembrerebbe riguardare solo il reddito di cittadinanza, ma di finti divorzi e cambi di residenza fittizi per sfruttare agevolazioni varie, l’Italia è piena.

Sarà cura del governo, in sinergia con i comuni e con gli uffici dell’anagrafe, controllare tutte le situazioni potenzialmente non veritiere. Un problema che più che riguardare il reddito di cittadinanza è di natura culturale in tutto il territorio nazionale.