In cambio del prestito di circa 86 miliardi di euro in tre anni, indispensabili per ricapitalizzare le esangui banche greche, Tsipras ha ceduto su tutto ed anche qualcosa di più:

  • sistema pensionistico
  • liberalizzazioni
  • banche
  • IVA
  • mercato del lavoro e contrattazione collettiva
  • annullamento delle decisioni prese in disaccordo con la UE
  • presenza attiva della Troika che assumerà il ruolo di consulente del governo

Solo per citare alcuni punti.

Tutto questo, nonostante FMI e BCE abbiano espresso contrarietà

FMI e BCE hanno espresso perplessità non solo sui contenuti dell'accordo, ma anche sulla non consequenziale riduzione del debito. Infatti, secondo gli istituti sopra citati, la Grecia, non potrà restituire i nuovi prestiti concessi, ma nemmeno quelli passati e le misure draconiane concordate non permettono la crescita del paese.

Nonostante ciò la Germania non intende desistere soprattutto se la Grecia vuole permanere nell'eurozona.

Germanizzare l'Europa

In un editoriale apparso il 30 luglio 2013 sul "Foglio" l'economista Carlo Pelanda definisce l'Euro un progetto "mal disegnato" i cui effetti sono stati quelli di "germanizzare l'Europa" e non il contrario; allora si criticò l'intervento italiano del Fiscal Compact sulla costituzione.

Qualcosa di molto simile sostenne l'economista spagnolo Vicenc Navarro, criticando le misure, della stessa natura di quelle greche e italiane, che la Spagna dovette prendere per "risanare" la propria economia. Anche Navarro parlò (in un articolo tradotto da Francesco Giannatiempo e apparso nel marzo del 2014 sul sito "l'olandese volante") di un percorso adottato per soddisfare le esigenze economiche tedesche e non per far crescere l'economia spagnola, ed anche lui utilizzò, in questo articolo, il termine germanizzazione.

Questo percorso è identico per tutti gli stati europei; o meglio per quasi tutti:

La FMI e la UE hanno più volte contestato alla Germania un'eccessiva politica di import/export, con una eccedenza pari al 7,1%, contravvenendo a quelle che Vito Lopis nel "Sole 24 ore" definisce "indicazioni di buona convivenza nel condominio europeo" (articolo del 19 gennaio 2014).

Tale violazione perpetrata dal 2007 al 2014 ha danneggiato le economie degli altri paesi costretti a competere abbassando i prezzi e generando deflazione: principale causa del ristagno internazionale e del rallentamento della ripresa economica.

Il processo dell'unificazione ha permesso di accrescere il sistema produttivo tedesco, grazie alla mano d'opera specializzata a basso costo proveniente dall'est. Tale situazione ha potuto trasformare la Germania in una delle economie più solide; la quarta a livello mondiale. La necessità di potersi consolidare a livello europeo e mondiale è evidente, in caso contrario la propria ricchezza rientrerebbe pericolosamente all'interno del mercato nazionale.

Questa situazione è simile a quello che accadde in Italia con la "piemontesizzazione" dopo la sua unificazione; causa principale dell'inizio della "questione meridionale".

Oggi, in Europa, il problema è concentrato sui PIIGS (acrostico indicante: Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spagna) termine dispregiativo, che ricorda il vocabolo maiale in inglese, per indicare quei paesi arretrati che mal sopportano le nuove regole della Germanizzazione