La proposta dell'Unione Europea per permettere alla Grecia di pagare il proprio debito e per concedere ulteriori crediti e dilazioni è stata resa nota. I punti più critici della proposta sono:
- uniformare l'IVA al 23 %, superando i limiti previsti per l'alimentazione di base (basic food) ferma al 13% e quella per i prodotti farmaceutici, libri e spettacoli teatrali (6%) (secondo punto).
- Sempre nel secondo punto si chiede di eliminare le riduzioni dell'IVA previste per le isole greche e per la ristorazione (con un evidente rincaro per il turismo).
- Al quarto punto si prevede una profonda riforma pensionistica e forti penalizzazioni per quelle anticipate.
- Al punto 5 riforma della pubblica amministrazione con tagli alle indennità, e riduzione graduale degli stipendi.
- Al punto 10 l'avvio delle privatizzazioni.
Queste proposte sono state respinte da Tsipras; per Tsipras, come nel recente passato, queste richieste non faranno ripartire l'economia greca, soffocandola, ancor più, nei debiti.
Tsipras ha indetto in Grecia per il 5 di luglio un referendum popolare: invita i suoi concittadini ad esprimersi.
L'incertezza è enorme. L'Ue ha negato ogni proroga al prestito di 7,2 miliardi di euro che la Grecia dovrà restituire entro il 30 giugno. Tutto questo ha delle dirette conseguenze per l'economia italiana. Nonostante le rassicurazioni del Ministro all'economia Carlo Padoan, infatti, le analisi fatte sulle conseguenze in Italia dall'uscita della Grecia dall'Euro sono preoccupanti:
- Una delle principali società internazionali di investimenti bancari e consulenze finanziarie, Goldman Sachs, secondo quanto riporta il Sole 24 ore del 28 giugno 2015, prevede, che lo spread possa raggiungere quota 400, pagando circa 6 miliardi in più per gli interessi dei propri prestiti;
- Vi è poi la grossa incognita del debito, del se e del come verrà restituito, soprattutto nel caso che la Grecia tornasse alla Dracma. L'Italia, secondo il sistema di pagamento trasnazionale europeo denominato Target 2, è creditrice della Grecia di circa 60 miliardi di euro (Repubblica 29 giugno 2015);
Si ha l'impressione che una soluzione sia a portata di mano, ma che non si voglia far prevalere una linea politica, quella greca, che potrebbe essere nel futuro imitata da altri paesi. Come abbiamo visto chi pagherà le conseguenze di tali manovre non saranno solo i greci.