Gli esperti non hanno dubbio alcuno quando affermano che gli scapaccioni dei padri ai figli, così come qualunque forma di punizione e castigo corporali, non rappresenti una soluzione giusta e valida, poiché a lungo andare potrebbe avere degli effetti negativi sugli adulti di domani.
A partire da questo presupposto, la Scozia presenta una normativa ad hoc, attraverso la quale si vieta severamente ai genitori di punire corporalmente i figli.
La proposta
Il governo guidato dal primo ministro Nicola Sturgeon, il cui partito presiede l'assemblea, ha presentato al Parlamento di Edimburgo una proposta di legge che bandisce gli scapaccioni dei genitori ai propri figli. Si tende così ad abolire la norma attualmente in vigore, che riguarda tutto il Regno Unito e vede il coinvolgimento tanto dell'ambito strettamente familiare quanto del più ampio contesto scolastico. Essa autorizza, infatti, un uso "ragionevole" della forza fisica, come "mezzo" efficace per educare i figli.
Ma la normativa ad hoc presentata al Parlamento di Edimburgo rappresenta un novità nel quadro del contesto pedagogico-educativo.
A fare una tale proposta è un deputato Verde, John Finnie, appoggiato sia da numerose ali politiche, dai laburisti ai liberaldemocratici, dallo Scottish National Party (Partito Nazionale Scozzese) del primo ministro Sturgeon ad alcune organizzazioni non governative impegnate strenuamente nella difesa e nella tutela per l'infanzia.
Gli oppositori
Tuttavia il parere favorevole di molti personaggi di spicco della politica scozzese e non solo è destinato a scontrarsi aspramente con quanti si sono dichiaratamente collocati in una posizione diametralmente opposta. Da un lato i Tory locali hanno dichiarato la loro contrarietà all'applicazione della normativa, dall'altro, secondo quanto emerge da alcuni sondaggi, anche la stragrande maggioranza dei cittadini scozzesi si è dimostrata palesemente ostile nei confronti del nuovo provvedimento.
A festeggiare sono invece i sostenitori della "non violenza" fisica. Ma non è la Scozia il primo paese ad esprimere la volontà di avviare questo iter volto a bandire legalmente l'uso di punizioni corporali. Effettivamente sono ben cinquantuno i paesi che si sono detti contrari a queste forme di castigo troppo severe, fra i quali rientra anche la Francia di Emmanuel Macron. Il ruolo di apripista spetta alla Svezia, che si batte contro le "sculacciate" sin dal 1979, segue poi la Finlandia nel 1983 e via di seguito Tunisia, Polonia, Lussemburgo, Irlanda, Austria, Mongolia, Paraguay, Slovenia e persino la Repubblica di San Marino nel 2016.