La disoccupazione in Italia cresce giorno dopo giorno; sono oltre duecentomila i lavoratori che in queste ore rischiano il posto. Il campanello d'allarme arriva proprio dalla CISL (Confederazione Italiana Sindacato Lavoratori), che basandosi sugli ultimi dati emersi dall'Inps (Istituto Nazionale della Provvidenza Sociale) riguardo l'anno 2013, ha sottolineato come circa 208 mila lavoratori (attualmente in cassa straordinaria e in deroga) rischino il licenziamento.
Secondo l'Osservatorio Industria della CISL, la crisi colpisce ancora la parte industriale del Paese e fin dai primi giorni del 2014 le vertenze aperte al ministero dello sviluppo economico si aggiravano intorno ai 159 per un numero pari a 120 mila lavoratori.
Le imprese che hanno deciso di chiudere la propria attività a causa dei controlli del ministero sono diciotto, significa che circa 2.300 lavoratori hanno perso il proprio posto. Nel 2013 invece lo stesso ministero firmando più di cinquanta accordi con le imprese ha salvato 12 mila lavoratori.
Nel 2013 la cassa integrazione è aumentata a dismisura, si contano 90 milioni di ore al mese, cifra destinata ad aumentare durante l'anno citato, ma la cosa più grave è che parte dei lavoratori in cassa sono stati poi licenziati generando ancora disoccupazione. Le regioni con un numero maggiore di lavoratori in cassa integrazione del 2013 sono Piemonte, Veneto e Lombardia.
Il segretario confederale della CISL Luigi Sbarra ha dichiarato che il bienno 2012/2013 è stato il peggiore in assoluto e che per il 2014 non ci sono spiragli di ripresa, addirittura si prevede che molti lavoratori oggi in cassa integrazione ben presto passeranno alla disoccupazione, un dato allarmante per il nostro Paese.