Il tema delle Pensioni si interseca, in questi giorni, con quello del bonus Irpef, i famosi 80 euro in busta paga promessi dal premier Matteo Renzi a tutti gli italiani sotto una certa soglia di reddito. Oltre alle modifiche strutturali al sistema previdenziale in una prossima riforma delle pensioni, infatti, sono molti i cittadini che si chiedono quando questa misura di sollievo (seppur limitata) sarà estesa anche agli assegni previdenziali.

Le ultime notizie in questo senso dicono che la risposta è arrivata direttamente dal presidente del consiglio, durante la partecipazione al programma Quinta Colonna su Rete 4. "Sugli 80 euro - ha affermato - faremo la stessa cosa per i pensionati, ma dal prossimo anno, prima non ce la si fa".

Ricordiamo quindi che, almeno per il 2014, il bonus interesserà i redditi da lavoro dipendente o assimilato al di sotto dei 25.000 euro lordi all'anno, a beneficio di circa - si calcola - 10 milioni di lavoratori. Per finanziare il taglio è stimato uno stanziamento iniziale di 6,7 miliardi di euro.

Ultime notizie riforma pensioni: Damiano torna alla carica sulla flessibilità

Sempre sul tema della riforma delle pensioni, le ultime notizie parlano di un nuovo importante intervento di Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera.

In un intervento riportato dall'Ansa, egli si fa portavoce del Partito Democratico nel richiedere al governo Renzi una risposta su due richieste fondamentali: la prima propone "il ritorno al sistema delle quote al fine di offrire a tutti i lavoratori un criterio di gradualità omogeneo nell'uscita dal lavoro verso la pensione". La seconda riguarda la necessità "di adottare il disegno di legge del PD che propone una flessibilità compresa tra i 62 ed i 70 anni, con una penalizzazione massima dell'8%".

L'idea alla base di questa proposta, lo ricordiamo, è quella della flessibilità in uscita dal mondo del lavoro: essa prevede la possibilità per il lavoratore di scegliere la pensione anticipata in cambio di una penalizzazione economica sull'importo dell'assegno, o di posticipare il ritiro dall'attività, usufruendo di un incentivo.

La libertà di scelta sarebbe fissata tra i 62 e i 70 anni, con variazioni sull'assegno da -8% (per chi lascia il lavoro a 62 anni) a +8% (per chi decide di continuare a lavorare fino ai 70).

Riforma pensioni: Damiano su esodati, Quota 96 e ricongiunzioni

"La questione previdenziale - prosegue Damiano - deve diventare una priorità dell'azione di Governo: accanto al tema degli esodati va risolto quello di Quota 96 che riguarda gli insegnanti e quello delle ricongiunzioni che costringe molti lavoratori, per un grave errore compiuto dal Governo Berlusconi, a pagare due volte i contributi per sommare in un'unica pensione i versamenti effettuati a INPDAP e INPS".

Valutata positivamente, in questo senso, la decisione di CGIL,CISL e UIL di promuovere una vertenza con il Governo sul tema delle pensioni.

"Questa decisiva sponda sociale unitaria  - afferma il presidente della Commissione Lavoro - può sostenere quelle forze che in Parlamenti da anni si battono per correggere la riforma delle pensioni Fornero".