Continua il più assoluto silenzio dal governo riguardo al caso pensioni precoci; nonostante la categoria sia stata senza dubbio tra le più bersagliate dalla Legge Fornero, Poletti e Renzi non sembrano minimamente prendere in carico la risoluzione della questione, con ciò contribuendo ad alimentare il crescere della tensione sociale.



Gli unici strumenti in grado di incidere sulla vertenza paiono il prepensionamento o la pensione anticipata, ma come accennato non esiste alcuna avvisaglia di una simile manovra allo studio da parte del governo; l’unico ad aver dato un piccolo contributo alla causa è stato il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che da tempo spinge per un riassetto complessivo del sistema previdenziale partendo proprio dagli istituti del prepensionamento e della pensione anticipata.





Facciamo allora il punto sul caso Pensioni precoci ponendo sin da subito l’accento sulla mossa della Lega, che proprio quest’oggi si appresta a depositare presso la Corte di Cassazione le 550mila firme raccolte per dare il là all’abrogazione della Legge Fornero.

Pensioni precoci, prepensionamento o pensione anticipata? Poletti immobile, da Damiano la soluzione giusta



Come accennato in apertura, né Poletti né il governo hanno mai mostrato il minimo interesse verso il caso pensioni precoci; l’ipotesi del prepensionamento per i lavoratori statali aveva generato la speranza che il medesimo strumento potesse essere esteso anche ai lavoratori privati, precoci compresi, ma il naufragio della manovra ha contribuito a rendere tutto molto più complicato.



Ad essersi in particolare esposto è stato Cesare Damiano, sicuro di come il sistema previdenziale dovrebbe essere riformato partendo da prepensionamento e pensione anticipata: ‘Sulla previdenza siamo soddisfatti che nella riforma della PA non siano previsti prepensionamenti per i soli lavoratori pubblici che avrebbero creato una intollerabile discriminazione nei confronti dei lavoratori privati ed in particolare degli esodati. Il Governo, infatti, dovrebbe varare una norma di flessibilità del sistema pensionistico che consenta ai lavoratori pubblici e privati di andare in pensione a partire dai 62 anni’.



Di certo 62 anni sarebbero sempre troppi in vista di una possibile risoluzione del caso pensioni precoci (un lavoratore precoce può aver avviato la propria attività lavorativa anche a 16, 17 anni o prima), ma l’idea di fondo, quella di costruire un sistema flessibile nel quale ognuno, raggiunti certi limiti, possa decidere se abbandonare l’impiego o meno appare quella giusta.



Il requisito attualmente inserito nella Legge Fornero prevede la possibilità di abbandonare l’impiego raggiunti i 67 anni, decisamente troppi per i lavoratori precoci ma anche per molte altre categorie di dipendenti: a prescindere o meno da un riassetto costruito su prepensionamento o pensione anticipata, l’inadeguatezza di questa legge è ormai sotto gli occhi di tutti.

Pensioni precoci, la Lega contro la Legge Fornero: depositate mezzo milione di firme per la sua abolizione



Proprio quest’oggi, la Lega ha depositato le 550mila firme raccolte a favore di un referendum da indirsi col fine di abolire la legge Fornero, una mossa che ha fatto molto scalpore e suscitato non pochi consensi.



Lo stesso Damiano, politicamente agli antipodi rispetto alla visione politica della Lega, ha più volte sottolineato che ‘la Legge Fornero è sbagliata e va rivista’: in un paese in cui ognuno rema sempre dalla parte dei propri interessi, assistere ad una comunione di intenti che non si limita solo alla Lega e ad un membro del PD (in molti si sono detti favorevoli ad una rivisitazione/abolizione della legge Fornero) così ampia ed evidente fa riflettere una volta di più circa l’effettiva bontà di una legge che sin qui è costata oltre 11 miliardi di euro di salvaguardie.



E Voi cosa ne pensate? Cosa proporreste per risolvere il caso pensioni precoci? Sareste favorevoli all’abolizione della legge Fornero? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!