Prosegue senza soluzione di continuità il dibattito relativo alla riforma delle Pensioni 2014: nonostante in settimana si sia consumato l’ennesimo slittamento dei tempi l’impressione è che il cerchio stia per chiudersi, con l’avvenuta calendarizzazione del dibattimento concernente i casi esodati e Quota 96 a costituire più di un indizio in tal senso.



Sempre in tema di riforma pensioni 2014 non possiamo inoltre non sottolineare l’accantonamento della manovra relativa al prepensionamento dei lavoratori statali, con il presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano ad aver ancora una volta indicato la via che andrebbe intrapresa dal governo.



Riforma pensioni 2014, Quota 96 ed esodati: decisiva la prossima settimana?



La vertenza previdenziale più drammatica resta certamente quella degli esodati, che dalla prossima riforma delle pensioni 2014 si attendono delle risposte concrete; il dibattimento riguardo la proposta di legge elaborata da Damiano era previsto alla Camera per la giornata di ieri, ma come già accennato è stato dato corso ad un rinvio a giorno 30 giugno.



Ad annunciarlo è stato lo stesso Damiano: ‘Il 30 alla Camera andremo in Aula con una proposta di legge sugli esodati. Speriamo che il Governo per quella data si unisca a noi. Abbiamo accantonato 11 miliardi che devono servire per evitare che altre persone finiscano nella tagliola della legge Fornero - ha dichiarato Damiano parlando di riforma pensioni 2014 ed esodati - Quella è una legge sbagliata e noi dobbiamo dirlo’.



Sempre per il 30 giugno è prevista la discussione relativa al caso dei Quota 96, altra vertenza in merito alla quale il presidente della Commissione Lavoro ha più volte richiamato il governo; disattesa la deadline del 15 giugno, la speranza è che il dibattimento possa dare risultati concreti, in caso contrario si rischia di scavallare il mese di settembre e dunque di rimandare ancora il provvedimento sul pensionamento dei 4.000 Quota 96.



A lasciare senza parole è tuttavia il comportamento dei ministri Poletti e Giannini, che al di là di alcune sporadiche incursioni non hanno mai concretamente affrontato i tanti temi connessi alla riforma delle pensioni 2014; il primo si è limitato ad accennare delle lacunose proposte, il secondo ha invece disatteso la parola data lasciandosi andare a dichiarazioni di pura propaganda politica (prima delle Europee sottolineò che il caso dei Quota 96 sarebbe stato risolto nel brevissimo).

Riforma pensioni 2014, no al prepensionamento statali ma l’obiettivo resta quota 62 anni



In settimana è tuttavia giunto un importantissimo verdetto per quel che concerne la riforma delle pensioni 2014, ovvero sia la ‘cancellazione’ della manovra sul prepensionamento statali; se la cosa per un verso ha incontrato il favore dello stesso Damiano (convinto del fatto che un simile provvedimento non avrebbe dovuto riguardare solo il settore dei lavoratori pubblici) per l’altro ha definitivamente spedito in soffitta ogni possibilità che si procedesse al prepensionamento anche per certe categorie di lavoratori privati, con ciò contribuendo a spegnere le speranze che si erano generate nelle ultime settimane.



Per commentare la mossa del governo è nuovamente intervenuto il presidente della Commissione lavoro: ‘Siamo soddisfatti del fatto che nella riforma della PA non siano previsti prepensionamenti per i lavoratori pubblici che avrebbero creato una intollerabile discriminazione nei confronti dei lavoratori privati’.



‘Il Governo - ha proseguito Damiano parlando di riforma pensioni 2014 e prepensionamento - dovrebbe varare una norma di flessibilità del sistema pensionistico che consenta ai lavoratori pubblici e privati di andare in pensione a partire dai 62 anni’.



L’obiettivo è dunque quello di perseguire un sistema previdenziale maggiormente flessibile, più dinamico e meno rigido: e Voi cosa ne pensate? Siete d’accordo con il disegno riformatore di Damiano? Come giudicate l’immobilismo di Poletti e Giannini? Dateci il vostro parere commentando l’articolo qui sotto!