Mancano ormai pochi giorni alla fatidica data di lunedì 30 giugno, quando il Governo (dopo molti rinvii) si troverà a discutere in aula il testo che si propone di modificare positivamente la Riforma Fornero.

La tutela degli esodati con la sesta salvaguardia

Il Governo promette di intervenire soprattutto sul problema degli esodati, ormai divenuto cronico all'interno del contesto lavorativo italiano.

Cesare Damiano, che sta curando da diversi mesi la questione, conferma: "il 30 alla Camera andremo in aula con una proposta di legge sugli esodati. Speriamo che il governo per quella data si unisca a noi. Abbiamo accantonato 11 miliardi che devono servire per evitare che altre persone finiscano nella tagliola della legge Fornero sugli esodati. Quella è una legge sbagliata e noi dobbiamo dirlo".

In Gazzetta ufficiale la riforma della PA

Nel frattempo si ha notizia dell'approvazione da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del decreto e della relativa legge delega sulla riforma della pubblica amministrazione.

Salvo sorprese dell'ultima ora (per scongiurare le quali è opportuno attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale), gli ultimi cambiamenti apportati concernono il pensionamento dei giudici e dei militari. Se lo vorranno, potranno restare in servizio ancora per diversi anni, nonostante la maturazione del diritto ad andare in pensione.

Restano ancora da discutere le misure sul pensionamento anticipato flessibile e sulla staffetta generazionale, che saranno probabilmente oggetto di nuove discussioni parlamentari nei prossimi mesi.

Ritorna in auge il prestito pensionistico

La limitata disponibilità di risorse torna a far parlare di prestito pensionistico per i quota 96 e per chi ha svolto lavori usuranti, come per tutti coloro che per le ragioni più diverse cercano uno scivolo pensionistico anticipato.

Il problema ovviamente è a livello di bilancio, visto che misure simili potrebbero arrivare a costare fino a 50 miliardi di euro secondo i calcoli forniti al Governo Renzi da Inps e Ministero dell'Economia. Tra le vie di uscita che si stanno valutando, quella che sembra più fattibile è la possibilità di istituire un prestito pensionistico, da restituire a rate una volta ottenuto l'assegno di welfare.