Non accenna ad arrestarsi il dibattito in tema di Pensioni Quota 96 Scuola: nell’ultimo giorno utile prima delle pausa estiva una delegazione ha incontrato il dirigente MIUR Luciano Chiappetta ottenendo importanti rassicurazioni sulle prossime mosse che il governo Renzi ha in cantiere per tentare di risolvere la vertenza. Certo, dopo gli ultimi avvenimenti la credibilità dell’esecutivo è scesa a zero, ma tanto Renzi quanto il ministro Madia concordano nel sostenere che il caso pensioni Quota 96 Scuola verrà risolto entro la fine di agosto con un provvedimento più ampio di quello riferito ai soli 4mila appartenenti alla categoria.

Questo tipo di dichiarazioni sono state confermate dall’incontro col Ministero, un meeting dal quale è emerso che il governo Renzi cercherà le coperture finanziarie necessarie ad assicurare il pensionamento ad una platea più vasta dei 4mila censiti dal MIUR; un ruolo importante all’interno del caso pensioni Quota 96 Scuola continuano poi a giocarlo l’INPS e la Ragioneria di Stato. L’ente teme oltre 8mila domande mentre la Ragioneria si è mostrata molto preoccupata in vista di possibili ricorsi e contenziosi mossi da chi pur avendo inviato la propria domanda resterà fuori dal provvedimento: al di là dei numeri, l’idea è quella che i beneficiari della manovra accedano al pensionamento a metà settembre.



Pensioni Quota 96 Scuola e governo Renzi: RdS e INPS temono migliaia di domande, pensionamento possibile a metà settembre

Come accennato in apertura, il governo Renzi starebbe pensando di risolvere il caso pensioni Quota 96 Scuola prevedendo una manovra più ampia di quella prospettata sin qui: il problema principale sta ovviamente nel reperimento delle coperture finanziarie e nei potenziali beneficiari della manovra, una platea che il MIUR fissa a quota 4mila ma che RdS e soprattutto INPS stimano essere molto più elevata (si parla di 9mila unità). Da qui l’esigenza manifestata dal governo Renzi di procedere ad una manovra che ricomprenda un numero superiore rispetto agli ormai famosi 4mila Quota 96 prevedendo il loro pensionamento a partire da metà settembre. A lanciare l’indiscrezione è stata OrizzonteScuola.it, stando alla quale il governo Renzi vorrebbe utilizzare la ‘norma legislativa che consente di sostituire gli insegnanti entro 20 giorni dall'inizio delle lezioni’. In tutto questo sarebbe ovviamente fondamentale il ruolo dell’INPS - che dovrebbe occuparsi di affrontare le procedure burocratiche connesse alle domande di pensionamento, e quello del MIUR, che dovrebbe procedere con il disbrigo delle pratiche di assunzione dei precari. Purtroppo sembra confermata l’ipotesi di rinvio del TFS con conseguente erogazione una volta maturati i requisiti dettati dalla legge Fornero (dunque 2018).

Pensioni Quota 96 Scuola e governo Renzi: non si placano le polemiche sull’accusa di Boccia

Mentre il governo Renzi e le Istituzioni lavorano (almeno apparentemente) per risolvere il caso pensioni Quota 96 Scuola, non si placano le polemiche sull’accusa lanciata dal presidente della Commissione Bilancio Francesco Boccia: ‘La RdS ha considerato parte della copertura indicata (10 milioni dei 45 stimati per il 2014), non capiente. Ma la stessa tipologia di compressione della spesa è stata invece concessa e per un importo ben maggiore (213 milioni) per finanziare le missioni all’estero. Non posso girare la testa dall’altra parte, tutto posso pensare tranne che i tecnici siano lasciati liberi di sostituirsi alla politica o peggio si pieghino alla questioni della politica’. Un’accusa di certo pesantissima e condivisibile nella sostanza, in merito alla quale vorremmo chiedere nuovamente un Vostro parere dopo il sondaggio lanciato nella giornata di ieri: come giudicate le parole di Boccia? Credete davvero che il governo Renzi possa mettere in piedi un provvedimento in grado di garantire il pensionamento a platee superiori rispetto ai 4mila Quota 96 censiti dal MIUR? Dateci il Vostro giudizio commentando l’articolo qui sotto!