Nella giornata di ieri ha visto la luce il pacchetto Buona Scuola di Renzi, un provvedimento che riformerà completamente il comparto scolastico: via i precari con l’assunzione di 150mila nuove figure entro il settembre del 2015, cestinati (con tutta probabilità) i percorsi di abilitazione sottesi a PAS e TFA, via Graduatorie di Istituto e Graduatorie ad Esaurimento, misure dalla portata storica dunque che richiederanno tempo per essere ratificate ma soprattutto risorse economiche.
Danaro che verrà ‘sottratto’ a tutta un’altra serie di comparti, in primis quello pensionistico, con numerose vertenze previdenziali che dovranno mettersi in coda ed aspettare il proprio turno. Su tutti il caso Pensioni precoci e titolari di lavori usuranti, due categorie troppo spesse dimenticate dal governo Renzi che però erano state ultimamente poste al centro del dibattito previdenziale: tante le proposte sul tavolo, in primis quella a firma Cesare Damiano, tante le ipotesi che indirettamente potrebbero interessare le due categorie (pensiamo alle idee palesate da Poletti), ma senza adeguate coperture economiche nulla sarà possibile.
Il banco di prova decisivo sarà la Legge di Stabilità, quando il premier dovrà contabilizzare le risorse necessarie a portare avanti il pacchetto Buona Scuola: se le attuali stime saranno confermate (si parla di oltre un miliardo di euro) il rischio che gli interventi previdenziali vengano cestinati sarà forte. Potrebbe dunque complicarsi il percorso di risoluzione del caso pensioni precoci e lavori usuranti.
Pensioni precoci e lavori usuranti, Damiano e Poletti: Buona Scuola Renzi ‘brucerà’ tutto?
Le ipotesi avanzate in queste settimane dal presidente della Commissione Lavoro
Damiano e dal ministro
Poletti hanno interessato indirettamente il caso pensioni precoci e lavori usuranti: su tutte la proposta Damiano di concedere un pensionamento anticipato a quota
41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica o maturati almeno 62 anni di età più 35 di contributi, due ipotesi che andrebbero certo rimodellate ma che di per se potrebbero risultare funzionali al caso pensioni precoci e lavori usuranti. Il problema è che si tratta di manovre estremamente onerose, e se la Buona Scuola di Renzi necessiterà davvero di
un miliardo di euro di coperture, il rischio di vederle compresse è altissimo. Il ministro Poletti ha invece annunciato il perseguimento di
nuove forme di pensione anticipata, un disegno quello del responsabile del
Welfare che mira a creare un sistema pensionistico
più flessibile e meno rigido tramite l’effettuazione di interventi mirati e dall’ampio respiro. Il problema delle risorse finanziarie rimane però in piedi: per comprendere l’importanza di avere adeguate coperture economiche a sostegno di certe manovre basta tornare con la mente allo
stralcio dell’emendamento presentato alla riforma della PA che avrebbe eliminato le penalizzazioni pecuniarie previste per chi accede al pensionamento a
quota 62 anni, uno stralcio dettato dalla mancanza per l’appunto di
risorse finanziarie adeguate. In pratica si è trattato dell’ultima grande proposta esplicitamente riferita al caso pensioni precoci e lavori usuranti, ipotesi naufragata per motivi di natura economica ma
anche di volontà politica. Si perché se Renzi riuscirà davvero a ricavare
oltre un miliardo di euro per finanziare il pacchetto Buona Scuola significherà che avrà compiuto la scelta più o meno condivisibile di concentrarsi sul comparto Istruzione ‘abbandonando’ quello previdenziale. Stiamo lanciando diversi
sondaggi sull’argomento e vorremmo conoscere anche il
Vostro parere: ritenete che sarebbe corretto
privilegiare il settore scolastico preferendolo a quello previdenziale? Dateci un giudizio
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