La Legge di Stabilità ha portato con sé molte critiche, il premier Renzi sembra infatti aver completamente dimenticato il comparto previdenziale puntando l'attenzione in primo luogo sulla Riforma del Lavoro. Sul piede di guerra restano da un lato le lavoratrici che non si arrendono e confidano nella proroga dell'opzione donna, dall'altro tutti quei lavoratori che si erano illusi di poter uscire dal lavoro attraverso forme di pensione anticipata e prepensionamento. È ormai noto, a chi segue le questioni pensionistiche, che al momento le uniche novità riportate nella legge di Stabilità concernono il pagamento delle Pensioni il 10 del mese e il Tfr in busta paga.
Anche queste due misure hanno alimentato un coro di critiche da parte dell'opinione pubblica e dai sindacati.
Opzione donna e pensione anticipata: nulla di fatto in Legge di Stabilità
Nell'attuale Legge di Stabilità non vengono menzionate misure a favore della flessibilità in uscita, ecco perché i sindacati tornano ad incalzare il Governo affinché vengano approvate forme di prepensionamento. La pensione anticipata a 62 anni con 35 anni contributi, così come il Prestito Inps o l'estensione dell'opzione contributivo donne, permetterebbe a molti lavoratori di risolvere il loro dramma previdenziale e creerebbe quel sano turn over generazionale atteso da tempo dalle nuove generazioni.
Pensioni al 10 del mese e Tfr in busta paga: ultime novità
Per quanto concerne il posticipo della pensione al 10 del mese, l'Inps ha fatto chiarezza precisando, dopo la sollevazione di numerose polemiche da parte dei sindacati, che il cambiamento riguarderà solamente 800 mila dei 15 milioni di pensionati. La pensione continuerà, infatti, ad essere erogata il primo del mese per le pensioni Inps e il 16 del mese per le pensioni Inpdap. Le pensioni verranno, invece, percepite il 10 del mese da tutti coloro che sono in possesso di doppie pensioni Inps e Inpdap. Carla Cantoni, segretario Spi.Cgil, ha così commentato la modifica della norma sullo slittamento del pagamento di tutte le pensioni al 10 del mese, è avvenuta "per merito nostro", ma ha precisato: "E' un risultato parziale, non saremo del tutto soddisfatti fino a che non torneranno indietro anche sull'unificazione al 10 del mese per gli 800.000 pensionati che ricevono il doppio assegno Inps-Inpdap.
Perchè l'unificano al ribasso?''. Ricordiamo infatti che sia sindacati quanto associazioni dei consumatori erano intervenuti nei giorni scorsi per protestare contro il presunto slittamento, si tratta, avevano detto i segretari generali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, Carla Cantone , Romano Bellissima e Gigi Bonfanti di ''un vero e proprio accanimento nei confronti degli anziani". La stessa Cantone aveva tuonato contro il Governo Renzi "Ci sono quasi sette milioni di pensionati sotto i mille euro al mese, devono pagare affitti, medicine, aiutano i figli. E' una norma demenziale pensata da qualcuno che a fine mese ci arriva tranquillamente''.
Per quanto concerne Il Tfr in busta paga, il lavoratore potrà richiederlo dal 1/3/2015 e sarà in vigore fino al 30 giungo 2018.
È importante sapere che chi deciderà di scegliere per il Tfr in busta paga, assoggettato a tassazione ordinaria, non potrà tornare indietro, ossia la scelta è irrevocabile. Sono attualmente esclusi i lavoratori pubblici, i lavoratori domestici e quelli del settore agricolo, per richiedere il Tfr mensile è necessario lavorare da almeno 6 mesi. Ci saranno ulteriori novità? Vi terremo aggiornati.