La delusione in materia di una possibile riforma Pensioni 2014/2015 è grande, la Legge di stabilità, di fatto, ha lasciato lo status quo su tutta una serie di questioni, tra cui quelle degli esodati, dei Quota 96 e delle penalizzazioni per la pensione anticipata. Intanto, però, il Jobs Act prosegue il suo cammino e sono molte le voci di dissenso. In questo articolo analizzeremo le ultime dichiarazioni di Cesare Damiano, che rilancia il tema delle pensioni anticipate e degli esodati, oltre a commentare il Jobs Act, e quelle della UIL che, a causa del blocco degli stipendi della PA, annuncia la possibilità di uno sciopero nazionale.

Riforma pensioni 2014, Jobs Act: Damiano critico su una serie di interventi mancati

L'ex ministro del Lavoro Cesare Damiano è intervenuto per discutere di tutte le mosse che il governo sta mettendo in campo attraverso il Jobs Act e la Legge di stabilità.

Damiano ritiene positivo l'incentivo triennale per le nuove assunzioni, ma sospetta che la durata possa spingere molte aziende ad utilizzare l'incentivo per una concorrenza sleale per poi chiudere l'attività allo scadere dei tre anni. In poche parole, bisognerebbe collegare l'incentivo al proseguimento della propria attività e al mantenimento dell'occupazione. È però sul fronte della mancata riforma pensioni 2014/2015 che si appuntano le critiche di Damiano, che ricorda al governo come non si sia fatto nulla per gli esodati e soprattutto per l'uscita flessibile dal lavoro e dunque la riduzione o aggiustamento delle penalizzazioni.

Giungono intanto le richieste dei comitati degli esodati che ritengono opportuno che il governo pensi ad un'estensione sino al 2018 dei requisiti per maturare il diritto alla pensione sanciti dalle salvaguardie. Insomma, il problema connesso alla riforma pensioni Fornero è strutturale e andrebbe affrontato in maniera ben più risoluta.

Riforma pensioni 2014, Jobs Act: UIL, blocco stipendi e possibilità di sciopero nazionale

Una delle questioni connesse al Jobs Act e alle riforme del mercato del lavoro è quella del blocco stipendi per i dipendenti della Pubblica Amministrazione. Carmelo Barbagallo, segretario della UIL, ricorda come i contratti siano bloccati dal 2010 e la mancanza del rispetto degli accordi potrebbe far saltare i limiti per gli scioperi del settore pubblico. Detto in altri termini, se non si risolve questa situazione incresciosa, la UIL sceglierà la strada dello sciopero generale nazionale. L'attacco di Barbagallo è piuttosto duro, il blocco dei contratti significa trasformare circa tre milioni di cittadini in sudditi e se le politiche del Governo in materia di lavoro, di tutele per i lavoratori a tempo indeterminato e l'allargamento di queste a chi non le ha, non cambiano rotta, non può che aprirsi una stagione unitaria di lotte - l'invito è lanciato anche alla CGIL e alla CISL - che potrebbe mettere in crisi il settore pubblico. Il dialogo tra Governo e sindacati è sempre piuttosto difficile, ma è chiara l'intenzione soprattutto di Renzi di seguire sempre meno le loro indicazioni, in questo senso la stagione di protesta potrebbe presto divenire una realtà.