Stanno per diventare definitive le numerose decisioni prese in merito al tema della previdenza durante la discussione della legge di stabilità 2015. Questa mattina (all'alba) il Senato della repubblica ha dato il proprio ok definitivo ai provvedimenti che sono riusciti a passare l'esame della Commissione Bilancio, pertanto manca solo l'ultimo via libera alla Camera, che però è visto come una formalità tecnica.
Nella fattispecie, la fine del 2014 è riuscito a portare una ventata di serenità per una buona parte dei lavoratori esodati, grazie alla sesta salvaguardia parlamentare. Anche i precoci hanno ottenuto un'inaspettato via libera alla pensione anticipata senza le penalizzazioni anagrafiche e finanziarie previste con la legge Fornero del 2011, mentre un'altra importante azione di riequilibrio del sistema previdenziale è arrivata grazie al tetto sul cumulo delle Pensioni d'oro facenti capo ai lavoratori pubblici con stipendi elevati.
Resta il nodo degli altri lavoratori disagiati non salvaguardati, provvedimenti rimandati al 2015
Purtroppo non tutti i lavoratori sono riusciti ad ottenere dei provvedimenti sanatori ad hoc o hanno beneficiato di risvolti positivi.
Partiamo dall'aumento della tassazione sui fondi pensione e sulla casse dei professionisti: l'imposizione passa per i primi dal 11,5% al 20%, mentre per i secondi dal 20% al 26%. L'unica consolazione arriva dalla possibilità di ottenere dei recuperi fiscali per quegli investimenti che saranno dedicati al sostentamento del Paese. Altra ferita aperta resta quella degli insegnanti e dei lavoratori ATA quota 96 nella scuola, che si sono visti bocciare degli emendamenti di salvaguardia sia alla Camera che al Senato, mentre per ora il Governo Renzi ha deciso di destinarli a mansioni meno gravose dell'insegnamento all'interno del piano de #labuonascuola. Restano poi ancora i casi dei lavoratori esodati che non riusciranno a rientrare nella sesta salvaguardia di cui abbiamo parlato in precedenza, delle lavoratrici che attendono di accedere alle pensioni anticipate con l'opzione donna e più in generale di tutti coloro che hanno perso il lavoro in un'età troppo avanzata per potersi reinserire nel mercato e troppo giovane per poter accedere all'Inps.
Riforma pensioni e pensioni anticipate: serve intervento strutturale
D'altra parte, sembra difficile che possa arrivare una soluzione definitiva ai problema appena elencati con altre soluzioni estemporanee. A conferma di questa lettura dei problemi previdenziali vi sono i richiami del Neo Commissario Inps Tiziano Treu e del Presidente lavoro alla Camera Cesare Damiano, che hanno più volte invitato l'esecutivo a considerare e attuare una riforma strutturale delle pensioni. L'idea sarebbe quella di flessibilizzare l'uscita dal lavoro attraverso delle forme di pensioni anticipate, aprendo una porta che possa permettere il prepensionamento perlomeno con 36 mesi di anticipo. In questo modo, si riuscirebbe a sanare quasi tutte le situazioni problematiche che affliggono il comparto delle pensioni; ma per riuscirci, la sfida da vincere resta quella delle coperture.
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