Resta decisamente una vicenda tormentata quella delle Pensioni: i lavoratori in prossimità di accedere all'Inps sono stati messi sotto forte pressione negli ultimi tre anni a causa della riforma realizzata sul sistema previdenziale. Secondo molti, l'inasprimento dei requisiti di accesso alla pensione è stato troppo rigido per coloro che erano in prossimità della quiescenza, un fattore che ha portato a larghe sacche di disagio e che ha costruito una vera e propria patata bollente per i Governi che si sono succeduti. Nonostante le buone intenzioni dimostrate dall'esecutivo negli scorsi mesi, restano molte le persone in attesa di ricevere una risposta dalla politica.

Un fatto perfettamente riconosciuto dai due commissari che si sono succeduti in questi anni alla direzione dell'Inps, ovvero Vittorio Conti e Tiziano Treu.

Provvedimenti estemporanei efficaci per singoli casi, ma secondo l'Inps serve una soluzione strutturale

Non è un caso se abbiamo appena citato gli ultimi due Commissari che si sono trovati alla guida del nostro istituto di previdenza pubblico. Il primo, Vittorio Conti, aveva proposto addirittura di eliminare del tutto il vincolo anagrafico al pensionamento, per consentire delle forme di uscita anticipata sulla base del puro parametro contributivo. In questo modo, si sarebbe potuto venire incontro alle esigenze dei lavoratori, responsabilizzandoli al contempo rispetto alla loro situazione previdenziale.

Idea diversa è quella sostenuta da Tiziano Treu dell'Inps, che si prodigato per rilanciare l'ipotesi di un prestito pensionistico a favore dei lavoratori disagiati (ad esempio esodati, precoci, quota 96 o disoccupati in età avanzata). Così facendo, sarebbe possibile offrire una mini pensione utile al raggiungimento dei nuovi requisiti di quiescenza, ma a patto di restituire quanto anticipato una volta ottenuto l'accesso all'Inps.

Entrambi i commissari hanno però ribadito la necessità di flessibilizzare i parametri di uscita dal lavoro, perché attualmente risultano slegati dalle reali necessità della popolazione.

Legge di stabilità rimanda soluzione definitiva al 2015, ma ai lavoratori piace la quota 100

Nel frattempo il Governo Renzi è stato alle prese con il rush finale per l'approvazione della legge di stabilità 2015.

Al suo interno vi sono diverse misure che andranno a riformare anche il settore della previdenza, come il tetto alle pensioni d'oro dei dipendenti pubblici o lo scivolo senza penalizzazioni decise per i lavoratori precoci. Resta il fatto che leggendo i commenti rilasciati sui nostri precedenti articoli ci si rende conto di come i lavoratori preferirebbero di gran lunga l'ipotesi di Quota 100 rispetto alle altre soluzioni ipotizzate in precedenza dai commissari Inps. La proposta farebbe capo al Presidente della Commissione Lavoro alla Camera, Cesare Damiano, e consisterebbe nella possibilità di ottenere il pensionamento raggiungendo il numero 100 come risultato della somma tra anni contributivi ed età anagrafica.

Una possibilità che però rischia di scontrarsi contro le ristrettezze di bilancio e le coperture finanziarie che sarebbero necessarie per poter offrire realmente una simile salvaguardia a tutti i lavoratori italiani.

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