Sono giorni decisivi per quel che concerne il caso pensioni lavoratori precoci: mercoledì 14 gennaio la Corte Costituzionale della Repubblica Italiana dovrà infatti esprimere il proprio giudizio circa l'ammissibilità o meno del referendum promosso dalla Lega Nord e relativo all'abolizione della riforma Fornero. Dalle informazioni in nostro possesso risulta che i giudici sono già riuniti in Camera di Consiglio per allestire un responso che come accennato arriverà tra 48 ore circa: in caso di parere positivo della Consulta il referendum pensato e messo in piedi con il preciso intento di eliminare la riforma Fornero dal nostro ordinamento dovrebbe tenersi in primavera, con gli italiani che avrebbero finalmente la possibilità di esprimersi tramite il voto circa uno dei provvedimenti più discussi, criticati e disprezzati dell'ultimo ventennio.

Un eventuale si con successiva abolizione della riforma Fornero avrebbe pesanti ricadute sul caso Pensioni lavoratori precoci, individui cui la stessa legge dell'ex ministra ha letteralmente tagliato le gambe. In attesa del giudizio della Consulta, la Lega Nord ha lanciato su Twitter l'hashtag #nonfatescherzi.

Pensioni lavoratori precoci e abolizione riforma Fornero, ore decisive: su Twitter parte l'hashtag #nonfatescherzi

Prima di ipotizzare i possibili scenari che scaturirebbero dall'abolizione della riforma Fornero con particolare riferimento al caso pensioni lavoratori precoci, riepiloghiamo brevemente che cosa prevede la legge dell'ex ministra del lavoro Elsa Fornero. Il provvedimento statuì un incremento dell'età pensionabile (fissata a 67 anni), stabilì per tutte le categorie lavorative l'erogazione di trattamenti previdenziali commisurati sulla base del sistema di calcolo contributivo, introdusse delle penalizzazioni per l'accesso alla pensione anticipata e accelerò il processo di equiparazione dell'età pensionabile delle donne a quella degli uomini (nel 2018 si arriverà a quota 66 anni). La prima conseguenza diretta di una caduta della riforma Fornero, sia guardando al caso pensioni lavoratori precoci sia pensando ad altre vertenze previdenziali, sarebbe la necessità di riformulare nuovamente l'età pensionabile: al contempo ri-sorgerebbero la pensione d'anzianità (andrebbero dunque maturati 61 anni e 3 mesi di età più 35 anni di contributi oppure 40 anni di contributi senza riferimento al requisito anagrafico) e quella di vecchiaia con il solo requisito anagrafico dei 65 anni e 3 mesi di età. Certo è troppo presto per guardare a questo tipo di scenari: con l'intento di accompagnare e scandire l'avvicinamento alla comunicazione della Consulta, la Lega Nord ha lanciato l'hashtag #nonfatescherzi diramando al contempo una nota stampa nella quale chiede un'abolizione della riforma Fornero in virtù delle enormi disuguaglianze e delle profonde crepe sociali innescate dalla sua introduzione. Un altro aspetto va poi tenuto a mente, quello economico: grazie alla riforma Fornero, in Legge di Stabilità il governo Renzi ha contabilizzato oltre 80 miliardi di euro sino al 2021, tutti fondi che 'scomparirebbero' da un giorno all'altro. L'eventuale abolizione della riforma Fornero, in combinato ad una rivisitazione dei requisiti di accesso alla pensione anticipata 2015, potrebbe dunque rimescolare le carte in tavola per quel che riguarda il caso pensioni lavoratori precoci, con migliaia di individui che verrebbero ad essere liberati dalla 'gabbia' nella quale sono costretti da anni. Staremo a vedere, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' poco sopra il titolo dell'articolo.