Prova del 9 in vista per il governo Renzi, che con l'arrivo del 2015 dovrà dimostrare di saper mantenere fede alle promesse fatte agendo su previdenza e pensioni. Tra le vertenze più complesse troviamo senz'altro il caso Pensioni lavoratori precoci, con gli stessi protagonisti della vicenda che si attendono i nuovi requisiti sul prepensionamento più volte promessi da Renzi e dal ministro del lavoro Giuliano Poletti. Nei primi giorni dell'anno è tornato ad esprimersi sull'argomento anche il Presidente della Commissione Lavoro Cesare Damiano, che toccando indirettamente il caso pensioni lavoratori precoci ha evidenziato come il governo Renzi non possa più scappare dinnanzi alla palese necessità di intervento. L'ex ministro del lavoro ha ribadito la fondatezza del proprio disegno di legge, una misura che punta a configurare la Quota 62 e che per tanto inciderebbe e parecchio sul caso pensioni lavoratori precoci. Il punto è capire che livello di ricettività dimostrerà il governo Renzi al riguardo: dopo aver chiuso il capitolo legato alla Legge di Stabilità, l'Esecutivo dovrà voltare pagina e dimostrarsi dunque all'altezza delle aspettative. Un'altra importante direttiva lungo la quale si giocherà la partita previdenziale coincide con la riforma dell'Inps che dovrà essere veicolata e gestita dal neo presidente Tito Boeri, personaggio che gode della stima di tutti e che per tanto fruirà delle migliori condizioni per agire.

Pensioni lavoratori precoci e prepensionamento, Quota 62 e riforma Boeri: la prova del 9 - Governo Renzi non può più tirarsi indietro

Come accennato in apertura, tra le tante vertenze previdenziali che il governo Renzi dovrà affrontare figura anche il caso pensioni lavoratori precoci: il problema è noto ormai da tempo, i requisiti previsti dalla Legge Fornero sono tropo rigidi e per molti vanno a costruire una gabbia dalla quale risulta impossibile uscire. Serve una riforma di prepensionamento e pensione anticipata che possa dimostrarsi capace di rendere l'uscita dal lavoro più flessibile e meno problematica: 'Ricordo di aver presentato già nella scorsa legislatura una proposta di legge che prevede l'uscita dal lavoro a partire dai 62 anni a condizione che il lavoratore ne abbia 35 di contributi, con una penalizzazione massima dell'8% sull'assegno pensionistico' ha dichiarato al riguardo Cesare Damiano, una proposta la sua che sarebbe molto utile in ottica pensioni lavoratori precoci. Il punto, come già sottolineato, è capire se e in che misura il governo Renzi deciderà di prevedere una manovra comunque costosa in un momento nel quale l'UE non fa che pressare il nostro Esecutivo circa la necessità di ridurre il monte spese previdenziale. Un ruolo importante potrebbe allora essere ricoperto dall'INPS, con il neo presidente Boeri chiamato a dare il proprio contributo su due fronti: da una parte dovrà fungere da 'intermediario' trattando la riforma della previdenza fianco a fianco al governo Renzi, dall'altra dovrà cercare di portare avanti la manovra di riassetto dell'INPS la cui governance va assolutamente rivista. I predecessori di Boeri, Treu su tutti, avevano già puntato sulla necessità di rivedere pensione anticipata e prepensionamento, un provvedimento questo che oltre al caso pensioni lavoratori precoci inciderebbe su parecchie altre vertenze. In un senso o nell'altro il governo Renzi non potrà comunque esimersi dal trattare la materia previdenziale: per l'ex sindaco di Firenze il 2015 ha ormai assunto i panni di una prova del 9 da non poter fallire. I conti stavolta dovranno tornare. Seguiremo tutti gli sviluppi, se desiderate rimanere aggiornati vi invitiamo a cliccare il tasto 'Segui' collocato in alto a destra.