E' iniziato ieri in commissione Lavoro e Previdenza sociale del Senato della Repubblica l'esame dei primi due decreti attuativi del Jobs act. Il presidente della commissione Maurizio Sacconi, del Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, ha svolto la relazione sul decreto relativo al contratto a tutele crescenti, mentre il capogruppo del Partito democratico, Annamaria Parente, quello in materia di Nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego (Naspi), nonché di prestazioni ulteriori di sostegno al reddito.
Nel frattempo, sulla riforma Pensioni 2015, cresce l'attesa per la decisione dei giudici della Consulta sul referendum per l'abolizione della legge Fornero proposto dalla Lega Nord di Matteo Salvini.
Riforma lavoro 2015, al via discussione su decreti del Jobs act alla Camera e al Senato
"Il mio giudizio complessivo - ha detto Sacconi sul Jobs act - è che viene migliorata la regolazione vigente ma manca il grande passaggio, la fine dell'indissolubilità dei rapporti di lavoro". Intanto, in commissione Lavoro alla Camera dei Deputati la discussione sui primi due decreti attuativi del Jobs act - uno sul nuovo contratto a tutele crescenti che riforma l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori e l'altro sugli ammortizzatori sociali che introduce la nuova Aspi - prenderà il via lunedì 19 gennaio prenderà il via Lo ha comunicato il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio Cesare Damiano spiegando che durante la settimana parlamentare 19-24 gennaio si svolgeranno le audizioni dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali e datoriali.
Jobs act e nuove modifiche ai decreti attuativi: interventi di Damiano (Pd) e Sacconi (Ncd)
"Ribadiamo la positività della scelta del Governo - ha sottolineato un una nota stampa il parlamentare del Partito democratico esperto di riforma lavoro e pensioni - di escludere il cosiddetto opting out, vale a dire - ha spiegato Damiano - la possibilità di decidere da parte dell'azienda il risarcimento del lavoratore a fronte della reintegra stabilita dal giudice e il criterio dello scarso rendimento per i licenziamenti". Secondo l'ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del Governo Prodi, sulla riforma del lavoro del Governo Renzi occorre "attuare alcune correzioni, a partire - ha spiegato Cesare Damiano - dalla cancellazione della estensione della nuova tutela dell'articolo 18 anche ai licenziamenti collettivi.
Faremo un attento monitoraggio dei due decreti - ha detto il deputato della minoranza Pd - al fine di un loro miglioramento".
Riforma pensioni 2015, le proposte Damiano per la Quota 100 e la pensione anticipata
Mentre in materia di riforma pensioni 2015, in attesa della decisione della Corte Costituzionale sull'ammissibilità del referendum per l'abrogazione della legge Fornero prevista per martedì prossimo 20 gennaio, Damiano ha dichiarato che "a prescindere dal suo esito si pone comunque un serio problema di correzione del sistema previdenziale". "Per questo insistiamo - ha sottolineato l'esponente della minoranza del Partito democratico - nella richiesta di introdurre un criterio di flessibilità nel sistema pensionistico.
Il Pd - ha aggiunto - ha presentato alcune proposte sulle quali il governo dovrà confrontarsi. La prima proposta - ha detto il parlamentare dem - è quella di quota 100 e la seconda è la possibilità - ha ribadito - di andare in pensione a partire dai 62 anni con 35 di contributi con una penalizzazione massima dell'8%".