A quanto ammonterà la pensione di chi oggi, lavoratore autonomo o dipendente con un compenso e con uno stipendio netto mensile sui 1.000 euro, ha dai 30 ai 40 anni? Ebbene, il calcolo dell'importo puntuale è chiaramente impossibile, ma in ogni caso si possono effettuare delle stime, o meglio delle proiezioni. In teoria, per non demoralizzarsi, forse la cosiddetta 'generazione mille euro' non vorrebbe neanche sapere quanto prenderà di pensione tra 25-30 anni in quando è facile percepire come il 'bottino' sarà magro.
Ed in effetti è così visto che, in base alle proiezioni fornite dall'Associazione Adoc a fine ciclo lavorativo, per chi oggi ha 30-40 anni, la pensione si aggirerà in media sul 60% dello stipendio/compenso per un importo compreso tra i 283 euro ed i 449 euro mensili per i lavoratori autonomi, e tra i 343 euro ed i 542 euro per i lavoratori dipendenti. Ma come mai questi importi in prospettiva sono così bassi? Non saranno soggetti ad un'integrazione al minimo? Ebbene, al riguardo l'Adoc fa presente come pure in materia di Pensioni minime ci sia poco da star tranquilli in quando i benefici della Riforma Dini, rappresentati proprio dall'integrazione della prestazione pensionistica, non varranno per coloro che hanno iniziato a lavorare dopo l'anno 1995.
Per le pensioni future, quindi, il quadro è a tinte fosche anche perché, complice la crisi, in questi ultimi anni non si può di certo dire che ci sia stato un boom in Italia per quel che riguarda la previdenza integrativa.
Inoltre, in questo momento l'attualità sulle pensioni è focalizzata maggiormente su chi è prossimo ad andare in pensione, ed in particolare su coloro che, sfruttando le leggi attuali o quelle che prossimamente saranno magari approvate, potranno ritirarsi dal lavoro con qualche anno di anticipo in base alla somma tra età anagrafica ed età contributiva. Stiamo chiaramente parlando della cosiddetta pensione anticipata che comunque prevede delle penalizzazioni in ragione del numero di anni di anticipo.