Acceso più che mai il dibattito pubblico e politico intorno al tema riforma pensione, in particolare la discussione si concentra sulle ultime misure presentate in Commissione Lavoro, tra queste: la Quota 100 depositata alla Camera col ddl 2945 a firma Damiano-Gnecchi, il nuovo ddl presentato dal Pd che propone la Quota 41, e la Quota 97 di Damiano che resta al vaglio del Governo e consentirebbe l'accesso alla pensione anticipata a partire dai 62 anni con premi e penalizzazioni.
Quale tra queste misure sarebbe la più idonea per i lavoratori e soprattutto se i futuri pensionandi potessero scegliere verso quale misura propenderebbero? Ecco ad oggi 14 aprile le ultime notizie dal Governo Renzi e il punto della situazione.
Quota 100, ddl 2945 non convince: i lavoratori chiedono di abolire limite anagrafico
La discussione è più che mia animata anche sui social, la questione previdenziale tocca da vicino milioni di italiani che ci tengono a dire la loro sulle continue proposte che giungono in Parlamento. La soluzione che inizialmente aveva raccolto maggiori consensi, stando anche ai commenti rilasciati sotto ai nostri articoli, era la Quota 100 di Damiano intesa come raggiungimento della soglia sommando età anagrafica e contributiva.
L'entusiasmo dei lavoratori si è però tramutato in amarezza dopo che il ddl 2945 è stato depositato alla Camera, il provvedimento firmato da Gnecchi-Damiano specifica infatti che il pensionamento Quota 100 sarà possibile unicamente per coloro che hanno almeno 62 anni d'età e hanno versato almeno 35 anni di contributi. A far 'infuriare' i lavoratori, specie quelli precoci, non è tanto il limite contributivo quanto quello anagrafico, a conti fatti effettivamente la misura taglierebbe fuori tutti coloro che hanno iniziato a lavorare molto presto. Questi lavoratori pur avendo versato molti anni di contributi e pur arrivando alla soglia 100 sommando l'età anagrafica, sarebbero tagliati fuori perché considerati troppo giovani per avere accesso alla quiescenza.
Fuori dalla Quota 100 del ddl 2945 ad es un precoce con 60 anni d'età e 40 anni di contributi, oppure un lavoratore con 58 anni d'età e ben 42 anni di contributi.
Riforma pensioni con Quota 97: le penalizzazioni sono l'ennesima beffa, i sindacati non approvano
La quota 97 sempre proposta da Damiano permetterebbe l'accesso alla pensione ai lavoratori con 62 anni d'età e 35 anni di contributi a fronte però di penalizzazioni anche dell'8% sull'assegno pensionistico finale: questa misura prevedendo oltre che il limite anagrafico anche delle decurtazioni, non è tra le più ben viste né dai pensionandi né dai sindacati che ritengono ingiusto che la pensione non venga concessa piena dopo una vita di sacrifici e di versamenti contributivi.
Riforma pensioni con Quota 41: ottimo compromesso, lavoratori fiduciosi sul nuovo ddl Pd
Appoggio pieno anche tra i precoci trova invece l'ultima proposta Pd di concedere la pensione al raggiungimento della Quota 41 senza penalità alcuna. Questa misura permetterebbe ai lavoratori che hanno versato 41 anni di contributi, indipendentemente dalla loro età anagrafica di poter accedere alla quiescenza percependo un assegno pensionistico pieno.
Domani inizierà la discussione su questo nuovo ddl presentato dal PD su cui moltissimi lavoratori, specie i precoci, hanno riposto le loro speranze previdenziali. Sarà davvero la volta buona?