In un momento nel quale ogni testata, giornale, magazine o settimanale parla della riforma della previdenza appare davvero complesso distinguere tra cosa il governo Renzi dica credendo nella pur remota possibilità di dar seguito a quelle parole e cosa invece dia in pasto a cittadini e media limitandosi a dar loro quello che vogliono. Dopo mesi di silenzi, l'improvvisa accelerata nel dibattito previdenziale suona come un campanello d'allarme che andrebbe interpretato, letto e analizzato utilizzando i giusti strumenti.

La certezza è una sola: qualcosa verrà fatto nel bene o nel male. A subire i cambiamenti più significativi dovrebbe essere l'istituto della pensione anticipata 2015, con misure quali la Quota 100 che rimangono si in piedi ma in un equilibrio maggiormente precario rispetto a prima. Parlando proprio delle mosse future, il ministro Poletti è tornato a ribadire che il governo Renzi sta valutando, cito testuale, '100 ipotesi di riforma', tra le quali non viene esclusa la possibilità di estendere l'opzione contributivo ad ogni categoria lavorativa. La soluzione potrebbe dunque essere dare meno soldi a tutti restituendo solo quello che è stato versato durante la propria carriera lavorativa.



Ultime news Quota 100 e pensione anticipata 2015: Poletti apre al contributivo, il piano sociale non esiste

'Al momento non è escluso nulla, stiamo approfondendo, le ipotesi sono 100, stiamo lavorando': tra lo scocciato e il temerario - dire che si hanno 100 ipotesi in testa equivale ad ammettere che non si hanno idee precise su quale strada intraprendere -, il ministro Poletti ha dunque candidamente ammesso che il governo Renzi sta ancora sfogliando la margherita. Pensione anticipata 2015 con Quota 100, prestito INPS, Quota 41, ogni petalo vien giù inesorabilmente. Il punto è capire quale provvedimento possa essere salvato dalla caduta e quindi essere votato in Aula. Essere votato e non portato in Aula perché in Parlamento, di provvedimenti simili a quelli che il governo va ipotizzando in una sorta di sogno onirico, ce ne sono depositati parecchi presso la Camera dei deputati. 'Quella di estendere il calcolo contributivo delle Pensioni anche a quella parte attualmente calcolata con il sistema retributivo per consentire a tutti l'accesso al prepensionamento rispetto all'attuale età di vecchiaia che si attesta a 67 anni è una possibilità. Prima di poter estendere l'opzione contributivo a tutti, l'Esecutivo deve però valutare diverse variabili in relazione all'equità del sistema e all'impatto sulla finanza pubblica' ha sentenziato Poletti aprendo una strada molto impervia.



In linea di massima appare corretto e ragionevole ritenere che ogni lavoratore riceva quanto versato. In fin dei conti il principio è quello della formica operaia. Tutti i mesi do qualcosa allo Stato e metto da parte per il mio futuro, un giorno riavrò tutto. Se si ragiona in ottica sostenibilità economica del sistema, l'estensione dell'opzione contributivo appare una soluzione ragionevole. Ma, d'altro canto, ridurre di quasi il 30% gli assegni previdenziali sarebbe la giusta mossa per un paese in cui negli ultimi dieci anni gli stipendi sono cresciuti meno che in tutta Europa, in cui le pensioni minime non esistono più e in cui la gente non spende nulla perché ha sempre meno soldi in tasca? Per non parlare dei costi sociali che in un'epoca fredda come quella che viviamo non vengono tenuti in considerazione nemmeno lontanamente. A questo punto vorremmo coinvolgervi nella nostra analisi chiedendovi se sareste favorevoli all'estensione del contributivo a tutti. La trovate una soluzione condivisibile? Dateci il vostro giudizio commentando il pezzo qui sotto, infondo all'articolo.