Riforma Pensioni: Renzi tra pensione anticipata, rivalutazione e contributivo rischia di bruciarsi? Il caos del sistema previdenziale italiano è sotto gli occhi di tutti e mina fortemente le casse dello Stato e dell'Inps e il governo Renzi apre a ipotesi di riforma della pensione anticipata e della Legge Fornero, che avrà anche "salvato l'Italia" negli anni passati ma che, come potete leggere nell'articolo Rivalutazione pensione e rimborso: 10 cose da sapere ha dovuto essere modificata penalizzando milioni di pensionati per salvare l'Italia oggi.

Che sia una furbata elettorale in vista delle elezioni regionali o un puro calcolo per non mandare in fallimento l'INPS, l'esecutivo apre a modifiche per una maggiore flessibilità... o per salvare le casse dello Stato? Valutiamo le ipotesi in campo e cerchiamo di capire le mosse che ci stanno dietro.

In pensione anticipata col contributivo: riduzione dell'assegno del 20-30%

Tra le ipotesi a costo zero per le casse INPS c'è il consentire a tutti la pensione anticipata accettando il passaggio dal metodo retributivo al contributivo, come già avviene con l'Opzione Donna per la pensione delle lavoratrici: solo che così facendo si avrebbe una forte riduzione della rendita mensile, nell'ordine del 20-30%.

Davvero la famosa "nonna di 62 anni" dell'esempio di Renzi può accettare una riduzione della pensione fino a un terzo pur di andarci tre/quattro anni prima? Può forse valere per chi prenderebbe un'assegno molto alto visto che accettando di andare prima in pensione col contributivo si hanno appunto meno contributi che andandoci al momento previsto, inoltre il passaggio dal retributivo al contributivo è già di per sé penalizzante.

Riduzione delle pensioni più alte con una rivalutazione al ribasso

Si parla tanto della proposta di Tito Boeri sul reddito minimo garantito ai 55-60 anni rimasti senza lavoro ma ci si scorda che tempo fa il presidente dell'INPS propose un prelievo di solidarietà alle pensioni più alte, cioè quelle di chi prende di più rispetto ai contributi versati, una sorta di rivalutazione della pensione ma verso il basso.

Certo detta così sembrerebbe socialmente giusta, ma chi decide quali sono le pensioni più alte? Il governo ovviamente, e se analizziamo i numeri degli interventi su rimborso e rivalutazione della pensione dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul blocco della perequazione c'è da avere paura.

Una variante di questa proposta è il ricalcolo delle pensioni miste, quelle calcolate in parte col retributivo e in parte col contributivo (quelle di chi lavorava già nel 1995 ma non aveva maturato 18 anni di contributi), facendole passare tutte al contributivo: come già detto ci sarebbe una sensibile riduzione dell'assegno, con buona pace di molti lavoratori.

Pensione anticipata con penalizzazione

Altra ipotesi di riforma delle pensioni al vaglio dell'esecutivo è quella di Pier Paolo Baretta, sottosegretario dell'Economia, e di Cesare Damiano, ad ora a detta degli analisti la più apprezzata dal governo Renzi: consentire la pensione anticipata con una penalizzazione del 2% per ogni anno di anticipo rispetto al traguardo anagrafico, una penalizzazione che verrebbe però ridotta di qualcosina per ogni anno di contribuzione oltre il 35esimo (insomma, un venire un po' incontro ai lavoratori precoci). Anche se sembra un'ipotesi gradita a Matteo Renzi che ne ha velatamente parlato, non sarebbe a costo zero per le casse dello Stato come quelle su indicate.

Insomma, il governo ed il premier Matteo Renzi hanno in mano la patata bollente della riforma delle pensioni e la devono assolutamente raffreddare al più presto, solo che o si colpiscono i conti pubblici o si colpiscono i conti privati dei lavoratori e dei pensionati... ma tanto l'importante è saperci fare con le parole e rigirare la frittata... (ma non era una patata?).