In questi ultimi giorni, a tenere banco, è stata la riforma della Scuola. Infatti il decreto della "Buona Scuola" dopo aver superato l'ostacolo del Senato, ieri 09 luglio, era atteso dall'ultimo passaggio in Parlamento, quello alla Camera dei Deputati che come era nelle previsioni ha approvato il decreto. Da ieri quindi è diventato legge ma le polemiche, le manifestazioni e le minacce di ricorsi continuano.
Ma perché contestare un provvedimento che almeno in teoria porterà 100mila nuovi assunti?
È vero, il Governo ha promesso già entro il prossimo settembre le prime assunzioni a cui ne seguiranno altre durante l'anno scolastico. Il numero finale di questa massiccia ondata di assunzioni, effettivamente sarà di oltre 100mila assunti nel comparto scuola. Questi nuovi posti di lavoro nasceranno dal ricambio generazionale o turnover e poi dal potenziamento dell'organico del corpo docenti. In pratica una prima parte di assunti andranno a sostituire gli insegnanti che lasciano per pensione. Gli altri serviranno per l'aumentato fabbisogno di insegnanti, derivante dalla riforma che ha previsto la riduzione del numero degli alunni nelle classi, con conseguente aumento delle stesse.
Da dove vengono presi i nuovi insegnanti?
Vengono presi dalle graduatorie ad esaurimento già presenti, si tratta dei precari della scuola, quelli che lavoravano con contratti a termine senza stabilità. Un aggiustamento dell'ultima ora del decreto ha ammesso anche i vincitori del concorso del 2012, al nuovo piano di assunzioni. Anche coloro che sono abilitati grazie al SSIS, la scuola di specializzazione ad insegnare, sono dentro il piano assunzioni. Si tratta di quelli che Renzi ha definito idonei. I primi ad essere assunti scorrendo la graduatoria non avranno alcun problema, l'assunzione sarà automatica, per gli altri ci saranno vari step durante l'anno scolastico e sembra che dovranno presentare domanda per essere assunti.
Chi è rimasto fuori dal piano?
A fronte di 100mila nuovi probabili assunti, ci sono 33mila che di fatto non rientrano nel piano di assunzioni. Si tratta di tutti quegli insegnanti che sono abilitati all'insegnamento grazie ai TFA, i tirocini formativi. Questi sono soggetti che fino ad oggi hanno svolto lo stesso lavoro degli altri ammessi alle assunzioni. Hanno dovuto, per essere ammessi al tirocinio, passare una prima selezione perché i tirocini sono a numero chiuso. Hanno dovuto superare tre prove durissime per avere l'idoneità ad insegnare e per di più hanno pagato di tasca loro, poiché i tirocini hanno un costo compreso tra i 2.500 ed i 3.000 euro. Adesso loro sono di fatto tagliati fuori dalle assunzioni.
A loro è stato concesso solo un punteggio di ingresso maggiore nel nuovo concorso che sarà bandito per fine anno. Poca roba, a molti viene voglia di cambiare mestiere.
E adesso cosa si farà?
I sindacati sono sul piede di guerra, minacciano azioni legali anche tirando in ballo la presunta incostituzionalità del provvedimento. È già in marcia una raccolta firme per cercare di indire un referendum abrogativo. Questo però, senza disilludere qualcuno, sembra essere solo una suggestione. Infatti, oltre agli esiti incerti e quasi sempre inutili dei referendum, anche quando sono vincenti, oltre al numero sempre maggiore di firme necessarie, ci sono difficoltà anche per via di parti della nuova legge che non possono essere passate a referendum popolare. Nella legge infatti ci sono troppi punti finanziari e fiscali che non possono essere referendati.