La parola d'ordine a Palazzo Chigi sul tema Pensioni è flessibilità in uscita. Quello della pensione anticipata sembra essere l'obiettivo non solo di tanti lavoratori che andrebbero volentieri in pensione, anticipando di qualche anno, ma anche un target importante per il Governo. Infatti, dalle parti di Palazzo Chigi sembra che l'argomento della flessibilità delle pensioni sia stato messo in cima all'agenda del Governo in relazione a quanto dovrà essere inserito all'interno della prossima legge di stabilità.
Sembra che ci sarà un intero capitolo dedicato alla riforma pensioni 2015, una sezione che potrebbe portare a una vera e propria rivoluzione rispetto all'attuale sistema previdenziale.
Riforma pensioni 2015: l'ipotesi al vaglio del Governo
Secondo quanto scritto ieri su uno dei principali quotidiani nazionali, l'Esecutivo starebbe vagliando un'ipotesi di riforma delle pensioni per il 2015 che si avvicina molto alle idee del presidente dell'Inps Tito Boeri. Si tratta della possibilità di andare prima in pensione, ma con un assegno ridotto, perché calcolato con il nuovo metodo contributivo e non con il vecchio sistema.
Il sindacato Uil ha effettuato delle simulazioni, sottolineando come la decurtazione della pensione potrebbe andare dal 12,67% a oltre il 33%. Un'ipotesi che dalle parti di Palazzo Chigi potrebbe piacere molto perché si andrebbe a pagare una cifra piuttosto ridotta per tutti coloro che hanno optato per la pensione anticipata. Ciò andrebbe a costituire un corposo risparmio per le casse dello Stato dopo la mazzata relativa al rimborso delle pensioni effettuato a inizio agosto.
Pensione anticipata: l'ipotesi Damiano e la quota 97
Cesare Damiano ha depositato da tempo una proposta di riforma pensioni con bonus e malus rispetto all'età di ingresso alla pensione. I malus sono relativi alla pensione anticipata.
Il concetto è sempre lo stesso: consentire la flessibilità per ottenere la pensione prima dell'età stabilita dall'attuale legge. Ricordiamo che oggi l'età pensionistica per gli uomini è di 66 anni e 4 mesi e diventerà di 66 anni e 7 mesi nel 2016. Per le donne, dal prossimo anno si andrà in pensione solo con 65 anni e 7 mesi. Oggi, per ottenere la pensione anticipata, bisogna avere almeno 42 anni e 6 mesi di contribuiti. Un numero enorme, ben distante rispetto a quanto proposto da Cesare Damiano. In cosa consiste la sua proposta per andare in pensione in anticipo? Con l'ipotesi formulata da Damiano si può andare in pensione a 62 anni (rispetto agli attuali 66 e 4 mesi) e con 35 anni di contribuiti versati.
In questo caso, la penalizzazione sull'assegno pensionistico sarebbe pari all'8%. Una percentuale che cala di due punti per ogni anno di età in più. Dunque, ad esempio, nel caso di un uomo di 64 anni con 35 di contributi versati che vuole ottenere la pensione anticipata, ci sarà un assegno pensionistico decurtato del 4%. Discorso opposto per chi, invece, decide di continuare a lavorare anche dopo l'età per il pensionamento. La proposta Damiano sulla riforma delle pensioni prevede un 2% in più per ogni anno lavorativo dopo i 66 anni di età.
Le proposte sulle pensioni a oggi, 11 agosto, non mancano e a Roma si lavora per capire quale potrebbe essere la soluzione migliore per far scattare la molla della pensione anticipata incentivando la flessibilità in uscita. Il capitolo sarà certamente inserito nella legge di stabilità, all'interno della quale ci sarà la riforma delle pensioni, da presentare entro il 30 settembre.