Oggi, 24 settembre, è una giornata molto importante per la “maratona” della riforma Pensioni 2015. La Commissione Lavoro della Camera, infatti, riceverà in audizione i ministri Poletti e Padoan. Pensione anticipata per i lavoratori precoci, proroga dell’opzione donna e settima salvaguardia per gli esodati saranno gli argomenti all’ordine del giorno affrontati e sui quali, probabilmente, si individuerà in maniera più delineata quella che è la posizione del governo Renzi riguardo al cantiere della previdenza.
La partita delle pensioni si giocherà probabilmente per tutto l’autunno, visto che gli interventi, promessi da tempo, arriveranno in Legge di Stabilità 2016 (se arriveranno!).
Ultime notizie pensione anticipata precoci: verso quale prospettiva?
Le ipotesi che circolano da mesi sono le più disparate: ieri, ad esempio, abbiamo parlato anche del part-time che accompagna il pensionamento. Altre soluzioni che circolano vanno dalla pensione anticipata con quota 41 proposta da duo Damiano-Baretta al contributivo puro che, a quanto pare, piace solo a Tito Boeri visto che dal governo Renzi non è arrivato alcun supporto, anche perché probabilmente sarebbe molto difficile da spiegare in termini di consenso elettorale.
Il nodo cruciale è quello della copertura finanziaria, come affermato più volte dallo stesso Renzi e dal ministro dell’Economia Padoan. L’esecutivo non vuole lo scontro con Bruxelles e, per questo, sta mantenendo un profilo basso.
Quali novità sulla riforma pensioni per donne ed esodati?
Le due vertenze sembravano chiuse ad inizio settembre e, invece, complice l’azione ostativa di MEF e Ragioneria dello Stato sono state nuovamente rinviate. Per la proroga dell’opzione donna tutti si dicono favorevoli, c’è da convincere solo i tecnici. Negli ultimi giorni, tra l’altro, è rimbalzata anche l’ipotesi del prepensionamento delle signore a 62-63 anni con 35 anni di contributi: una soluzione, questa, che spingerebbe in là con gli anni l’asticella attuale dell’opzione donna (57 anni e tre mesi o 58 e tre mesi a seconda che si è dipendenti o autonome) ma che servirebbe ad attutire l’aumento dell’età pensionabile per la vecchiaia a cui si va incontro già dal 2016.
Per gli esodati, infine, le ragioni per cui la vicenda si trascina è legata al conteggio. Secondo i Comitati, ci sono ancora circa 50 mila lavoratori da salvaguardare mentre secondo alcuni politici come Pietro Ichino in realtà gli individui sprovvisti di tutela sono molto pochi. Le organizzazioni sono sul piede di guerra ed auspicano in una risoluzione di una vicenda che, purtroppo, ha creato difficoltà a non poche famiglie.