Le ultime novità sulla riforma Pensioni precoci al 27 settembre arrivano da una nota stampa in cui Vera Lamonica, segretaria confederale delle Cgil, afferma che è giunto il momento di porre rimedio al dramma dei lavoratori che hanno iniziato a lavorare prima dei 20 anni. Per i precoci deve essere posto necessariamente un tetto a 41 anni di contributi. Nella prossima Legge di Stabilità si dovrà tenere conto della peculiarità di questi lavoratori che, da tempo ormai, si battono per poter accedere alla quiescenza piena con quota 41.
Il decreto 857 Damiano - Baretta, se approvato - consentirebbe ai precoci di ritirarsi dal lavoro indipendente dall'età anagrafica, a patto di aver già versato 41 anni di contributi.
Riforma pensioni, Lamonica: azioni necessarie in LDS opzione donna, tetto a 41 anni, esodati
Nella prossima Legge di Stabilità moltissimi punti dovranno essere affrontati seriamente. Il Governo, dice Lamonica, deve convocare quanto prima i sindacati al fine di discutere seriamente sulle modifiche da attuare alla Legge Fornero. Si tratta ormai di una questione della massima urgenza, una riforma strutturale non può e non deve essere rimandata.
Troppi i problemi da risolvere nel rigido sistema pensionistico italiano, precisa Vera Lamonica nella nota stampa, tra i nodi critici a cui porre rimedio vi sono senza dubbio quello degli esodati e delle donne. È necessario, da un lato, concedere la settima salvaguardia e dall'altro fornire una risposta a tutte quelle lavoratrici che si battono, da anni ormai, per abolire le famigerate circolari 35/37 del 2012. Che hanno ridotto di oltre un anno i termini di scadenza stabiliti dalla legge sperimentale 243/2004. Questi interventi primari permetterebbero già di 'smussare' la rigidità della Riforma Fornero. Poi, prosegue, bisognerebbe pensare a meccanismi atti a rivederla 'in toto ' in quanto, al momento, questa legge 'favorisce i forti e indebolisce i deboli'.
Servirebbe anche una flessibilità in uscita a partire da un minimo anagrafico ( tipo 62 anni) ed un limite minimo contributivo ( tipo 35 anni). Necessario altresì non dimenticarsi dei lavoratori precoci ed usuranti, al momento secondo Lamonica, tra i più maltrattati dall'attuale riforma Fornero. La speranza di vita ancorata ai contributi non può che creare ulteriore rigidità nei requisiti, che tenderanno costantemente al rialzo, rendendo sempre più difficile l'accesso alla pensione. Bisognerebbe, continua Lamonica, mettere un tetto ai contributi versati. È necessario permettere ai lavoratori precoci, sostiene fermamente, di accedere alla pensione dopo 41 anni di lavoro. 'Il tetto non deve salire sopra i 41 anni".
Andrebbe rivisto anche il meccanismo di tutela dei lavori usuranti, per quei lavoratori che avendo compiuto nell'arco della loro vita mansioni pesanti possono accedere alla pensione, stando a quanto sancito dalla Legge Fornero, a partire da 62 anni e 3 mesi.
Ma Lamonica fa notare che questi lavoratori, essendo quasi sempre dei precoci, accedono comunque alla pensione dopo aver versato oltre 42 anni di contributi. Non avendo, dunque, nessun vantaggio rispetto ai requisiti contributivi attualmente richiesti dalla Legge. Un 'finto' sconto, che nella sostanza è nullo. La sindacalista della Cgil vorrebbe dunque maggiori tutele nella prossima LDS per precoci, lavoratori usuranti, opzione donna ed esodati, servirà il suo appello a 'smuovere le coscienze' di chi sarà chiamato a decidere la sorte previdenziale dei pensionandi?